Il Futsal a 360° - N° 16

Sabato, 5 Marzo 2011
Vita da Mister

Tra sogno e realtà: cosa si cela dietro la vita di un Mister? Perché proprio il Futsal? Quali sono i suoi riti scaramantici prima e durante ogni match? Come vengono affrontate le “questioni di spogliatoio”?

Viaggio a 360° alla scoperta di una delle più importanti realtà del Futsal Italiano: il mondo dei Mister. Dagli inizi alle ambizioni odierne. Viaggio a tutto campo tra gioie, delusioni e momenti critici. Ne abbiamo parlato con Massimo Monopoli (Sport Five Putignano), Piero Basile (Csg Putignano), Miki Grassi (Fuente Foggia), Francesco Ventura (Real Molfetta) e David Ceppi (Me.Co. Potenza)…



MASSIMO MONOPOLI
Promomedia Sport Five Putignano

Io, Mister
La mia primissima esperienza come allenatore e’ stata nelle giovanili dello SportFive piu’ di 10 anni or sono. Poi ho iniziato definitivamente ad allenare una squadra creata con un gruppo di amici, l’Asd Nadir, per poi far ritorno allo SportFive nel 2008. E’ stata una scelta quasi casuale quella dal calcio a 11 a quello al 5, poi mi ci sono sempre più appassionato. Probabilmente il calcio a 5 rispetto al calcio a 11 dilettantistico e ‘ più spettacolare.

Tra Lavoro e Passione
I tempi sono equamente divisi. Tra tempi pratici e i mille pensieri che porti a casa, compreso il lavoro tattico da preparare, le ore sono tante. Essere “Mister” è un lavoro affascinate e gratificante, a prescindere dai risultati, almeno per me. Essere un allenatore a questi livelli credo che abbia molti vantaggi. Ti racchiudo i pro e i contro in un'unica parola: responsabilità.

Il rituale del Sabato
Non sono scaramantico, se non in piccole cose, a cui non credo più di tanto. La prima cosa che faccio il Sabato mattina è un bel caffé, poi resto abbastanza tranquillo, non pensandoci più di tanto alla partita. Sicuramente l’arrivo al palazzetto è molto emozionante, perche dà il via al momento partita.

The Match
Lo affronto con la massima tranquillità, o almeno cerco di farlo. Di solito non parlo mai alla squadra prima della partita, poi dipende dai casi. Discutiamo i dettagli durante la settimana e soprattutto l’ultimo allenamento. Io credo che un allenatore non debba farsi condizionare in nessun caso dal risultato, quindi fare sempre attenzione a quello che succede e come si sviluppa la partita sia per la propria squadra che per gli avversari. Cerco nei limiti del possibile di seguire nei dettagli la partita per non perderne il filo, e restare concentrati, poi alcune volte può capitare di andare nel pallone, bisogna essere bravi ad uscirne subito. Tutto si può risolvere.

Insidie
Facendo questo “mestiere”, insidie ce ne sono tutti i giorni. I momenti belli e brutti si alternano in maniera vertiginosa: bisogna solo cercare di estrapolare da essi sempre la parte migliore o migliorabile. Io affronto il problema con l’ottimismo, cercando la soluzione al problema e non amplificandolo, come spesso succede negli ambienti di lavoro. Per me anche le esperienze peggiori sono dei momenti positivi perche ti insegnano qualcosa, ma non mi deprimo, anzi mi carico a far meglio. Non posso dimenticare il mio inizio oramai un anno fa sulla panchina dello SportFive, pareggio in casa con il Regalbuto: prima partita in assoluto alla guida della prima squadra, vincevamo 4-1 a 3’30’ dalla sirena ed abbiamo subito 3 gol. Poi a seguire l’eliminazione brutta in Coppa Italia. Sappiamo tutti com’e’ andata a finire la stagione.

Altri episodi “insidie” si sono verificati nei prima anni in cui allenavo, ma io credo che tutto questo faccia parte dell’essere allenatore. Non puoi soddisfare tutti; non per tutti puoi essere l’allenatore migliore o più bravo. Ho cercato di essere, e continuo ad esserlo, equilibrato e rispettoso nelle scelte che faccio. Non ho episodi particolari da citare, se non normali scambi di idee e opinioni o scontri che ci sono in spogliatoio o con le società, che grazie a Dio mi hanno sempre pagato gli stipendi.

Gioie e Dolori
Per il momento l’unico “dolore” e’ stato quando sono stato allontanato dalla panchina del Nadir, perche eravamo un gruppo di amici e magari non me lo sarei aspettato. Ma quel momento mi ha aiutato a crescere ed e’ stato per me la partenza ad una delle gioie più grandi che e’stata quella della promozione in A lo scorso campionato. Non essendo scaramantico e non credendo ai cosiddetti segnali, l’unica cosa che posso dire di “aver notato” è stato all’arrivo della squadra al PalaFive, e l’espressione dei giocatori del Venezia alla vista del nostro pubblico. In quel momento ho detto: oggi si vince!

Tra Rimorsi e Obiettivi
Non sono il tipo da avere rimorsi o rimpianti. Ognuno di noi e’ padre delle proprie scelte e responsabilità. Poi alcune volte si fa bene, altre si sbaglia. Si va avanti.

Il mio obiettivo è di riuscire sempre a divertirmi, poi migliorarsi costantemente. Il Futsal è un gioco in continua evoluzione e bisogna star dietro ai cambiamenti. Questo può avvenire soprattutto con una collaborazione attiva, attraverso corsi, confronti, tra gli allenatori e anche tra le società. Bisogna necessariamente alzare il livello di competenza di tutti gli addetti ai lavori.

Best5
1) Beppe Daprile
2) Luigi D’Ecclesiis
3) Michele Andresini
4)Tiziano Mangini
5) Alessandro Daprile

Dream5
1) Mammarella
2) Duarte
3) Honorio
4) Wilde
5) Leandro Almir

Le 5 cose che un Mister migliorerebbe o cambierebbe del Futsal odierno
1) Competenze delle società
2) Competenza ed aggiornamento degli Allenatori
3) Visibilità Mediatica
4) Più giocatori italiani
5) Crescita controllata dei Settori Giovanili affidata a specifici istruttori con specifiche competenze




PIERO BASILE
Csg Putignano

Io, Mister
La mia avventura nel Futsal è cominciata all’età di 16 anni, quando abbandonai il calcio a 11 per giocare in Serie B con il Martina del mio amico fraterno Peppino Caroli che dopo tantissimi tentativi riuscii a convincermi. Ancora oggi lo ringrazio infinitamente, perché oggi il Futsal è la mia vita. Questo sport ha tantissime caratteristiche che lo rendono completamente diverso dal calcio, ma la cosa che lo rende speciale è l’applicazione di tante situazioni tattiche all’interno di una singola gara, un pò come nella pallacanestro che ritengo lo sport più vicino al nostro…

Tra Lavoro e Passione
Ho sempre creduto di essere una persona fortunata perché nella vita lavoro e passione si fondono in un’unica cosa, nonostante questo sia un mondo precario che vive nell’incertezza come purtroppo al giorno d’oggi molti sport dilettantistici. Allenando in A2 chiaramente, quasi tutta la mia giornata è in funzione della mia squadra e dei miei giocatori perché a questo livello, dove quasi tutto si svolge in maniera professionale, un allenatore deve curare molteplici aspetti: da quello tattico a quello tecnico, per finire a quello motivazionale. Di conseguenza ripone in se grandissimo senso di responsabilità.

Il rituale del Sabato
Credo di affrontare la gara molto serenamente, senza nessun rituale perché non sono una persona scaramantica, e con la consapevolezza di aver lavorato in maniera ottimale durante la settimana cercando di preparare nei dettagli ogni singola situazione di gioco adeguandola agli avversari, sia in caso l’inerzia della gara è dalla nostra parte o al contrario.

The Match
Ricordo con piacere ma ancora con un po’ di emozione l’unica volta che, come tu dici Carlo, “entrai nel pallone”: era la mia prima gara da allenatore quando nella prima giornata affrontammo il Loreto Aprutino in Abruzzo, una squadra dalle grandi qualità che al termine della stagione arrivò seconda dietro di noi. Eravamo avanti 3 a 0 quando in un clima infuocato risalirono sino al 3 a 2 a tre minuti dalla fine e ricordo che in quella occasione entrai veramente in crisi. Era la mia prima gara e tutti gli occhi degli addetti ai lavori e della gente putignanese erano su di me. Ma per fortuna andò tutto bene, e da quel momento ebbe inizio il nostro cammino trionfale.

Insidie
Sono convinto che una grande società e un grande allenatore si dimostrano tali nei momenti critici perché solo attraverso la gestione positiva dei momenti difficili, che inevitabilmente tutti i team attraversano ogni anno, si raggiungono gli obbiettivi e i traguardi prefissati. Alleno solo da 3 anni e momenti difficili ne ho vissuti pochissimi. Il primo anno ho vinto il campionato di B e lo scorso abbiamo raggiunto con 4 giornate di anticipo la salvezza, in linea con tutti i programmi societari.

Gioie e Dolori
Chiaramente vincere il campionato di B al mio primo anno da allenatore in maniera trionfale, perdendo la prima gara solo a tre giornate dal termine, dopo aver ottenuto la matematica certezza della vittoria, è stata per me una gioia immensa che mi ha regalato tantissima autostima e consapevolezza nelle mie capacità. Cosi come una gara che mi ha insegnato tanto è stata la sconfitta più pesante da me subita proprio quest’anno con l’Isef, perché venivamo da un inizio di stagione straordinario: miglior difesa del campionato con 8 gol subiti, e beccammo 6 gol in un solo tempo. Sicuramente nella settimana che ha preceduto la gara un pò tutto l ambiente ha dato delle cose per scontato che non ha permesso alla squadra di prepararsi nel migliore dei modi. I giorni successivi non sono stati facili perché bisognava lavorare più sull’aspetto psicologico, ma il rapporto fantastico che c’è con ogni singolo giocatore ha reso il mio lavoro più sereno del previsto

Tra Rimorsi e Obiettivi
Mancano 5 giornate alla fine della stagione e il mio obbiettivo come quello di tutto l’ambiente CSG è continuare a lavorare al massimo per provare a raggiungere i play off. Per la mia società sarebbe un traguardo importantissimo. Per quanto mi riguarda non ci sono sogni ma obbiettivi, che sono quelli di continuare a ricercare sempre nuovi stimoli e nuove vittorie per arrivare ai massimi livelli di questo meraviglioso sport.

Best5
In 3 anni ho avuto la fortuna di allenare grandissimi giocatori: da Sartori a Ze Renato, da Arellano a Luft, da Bortolon a Ottoni, da Soso a Jhefferson, a Gulizia che è il nostro ultimo arrivato, per finire con Scocchera e Zerbini e di questo non posso che ringraziare la mia società.

Dream 5 in Italia
1) Feller
2) Nora
3) Bertoni
4) Jonas
5) Rogerio

Dream 5 nel Mondo
1) Amado
2) Kike
3) Torras
4) Vinicius
5) Wilde

Le 5 cose che un Mister migliorerebbe o cambierebbe del Futsal odierno
1) La prima cosa che migliorerei sensibilmente nel nostro Mondo è indiscutibilmente la poca professionalità di tante società, perché sarebbe un passo fondamentale per il Futsal per acquisire maggiore credibilità rispetto a molti altri sport.
2) Chiaramente la crescita passa per i Media, e se si riuscirà ad avere sempre maggior spazio sulle Tv questo permetterà a tante aziende di investire nel Calcio a 5. Ma per far ciò credo sia giunto il momento di renderci autonomi a livello federale.
3) Infine, come oramai tutti affermano, la Federazione dovrebbe stimolare le società alla formazione dei Settori Giovanili, magari garantendo loro dei premi o dei vantaggi anche economici. E non riducendosi ad inventare delle regole o degli obblighi che non fanno altro che abbassare la professionalità del Futsal.




MIKI GRASSI
Fuente Foggia

Io, Mister
Agli inizi, se devo essere sincero, non ero assolutamente attratto dal Futsal. Lo vedevo, come la maggior parte dei ragazzi che gioca a Calcio, come uno sport di "seconda fascia", un "ripiego". Sin da piccolo ero stato nel mondo del Calcio a 11 facendo la trafila, dai pulcini fino agli under regionali, attraverso rappresentative varie e società locali e non sino alle categorie 3, 2, 1 e Promozione. Era radicata in me la cultura del Calcio, e mai avrei pensato che in futuro io ed il Futsal ci saremmo conosciuti così bene tanto da andare, nel corso degli anni, a braccetto lungo la stessa strada. Al Futsal mi avvicinò un mio amico, mi invitò in una partita come dire amichevole che una squadra locale di calcio a 5 faceva tra amici. Allora il calcio a 5 in Puglia era agli albori. La allora Fovea mi convinse a lasciare il Calcio e a provare questa nuova disciplina. Il Calcio a 5, spesso confuso con il classico calcetto da torneo, da allora non l'ho più lasciato! Io credo che la cosa che lo renda speciale sia l'atmosfera che si vive nel pre-gara e nella gara stessa: ha un fascino tutto suo, particolare. Infatti spesso, invoglio i miei collaboratori a portare ragazzi al Palazzetto prima di una gara nella fase del riscaldamento: la musica, la gente così vicina al giocatore credo renda questa disciplina così particolare. Il calore che un palazzetto può darti non si trova nel calcio a 11 se non nelle serie superiori, dove non tutti i ragazzi hanno la possibilità di arrivare.

Tra Lavoro e Passione
Inizialmente non lo vedevo come lavoro: mi prendeva del tempo solo ed esclusivamente nelle ore degli allenamenti e delle gare; comunque poco rispetto al lavoro che svolgevo. Parlo di quando allenavo in C2. Inevitabilmente col salire di categoria, ma anche e sicuramente l'essere sempre più professionale, mi ha portato a dedicare più tempo al calcio a 5 che non al lavoro. L'essere minuzioso nella preparazione delle gare o nello sviluppare gioco e giocate attraverso allenamenti particolari che servano poi alla squadra in campo, mi toglie giornalmente molto tempo, sicuramente più del lavoro. Del resto per essere professionale in ogni settore bisogna dedicarsi anima e corpo a quel in cui si crede. La grande fortuna è quando quello in cui si crede è proprio quello che più ci piace fare. L'essere mister credo sia un lavoro molto difficile: per farlo a certi livelli ci vogliono una serie di credenziali e requisiti che non tutti hanno. Non basta solo passione e conoscenza della disciplina, ma la gestione di un gruppo credo sia l'aspetto più difficile da curare. Oggi i gruppi di calcettisti sono formati da ragazzi di diverse etnie, lingue, paesi, culture, età, ideologie e se a questo ci aggiungiamo una storia calcettistica che ogni singolo si porta dietro da quando ha iniziato a giocare a Futsal, ci si rende conto che fare l'allenatore non è affatto facile. È sua cura, cura del mister intendo, cercare di far combaciare tutti i pezzi di un puzzle abbastanza complesso. I pro di un allenatore credo siano diversi; quello che più mi piace sottolineare è vedere la gioia negli occhi dei miei collaboratori, dirigenti e vertici societari magari dopo una vittoria esaltante. Questo è l'aspetto che più mi piace. Per il resto, insomma, credo che i pro vadano a braccetto con i contro: l'essere Mister comporta gioie e dolori, momenti allegri e momenti tristi. Ma solo chi opera sbaglia e allora è giusto che un Mister si assuma i pro e i contro che questa attività può riservargli.

Il rituale del Sabato
Partiamo dai riti scaramantici. Di riti io ed il mio staff tecnico ne abbiamo a bizzeffe. Con Natale Coccia, Giacomo Cofano, Fabio Episcopo ne studiamo uno a settimana e quando ne cogliamo l'utilità (dopo una vittoria) sono tutti buoni, la settimana dopo ce li ricordiamo per filo e per segno, ma alla prima sconfitta si dileguano e scompaiono con la stessa velocità con cui erano apparsi. Al massimo ne rimane qualcuno che è nato con te e che ti porti dietro da tanto tempo, sin dall'inizio della tua attività. Il rito scaramantico credo che serva più per scaricare la tensione nel pre-gara che per tutto il resto; effettivamente hanno poca valenza nel risultato del match stesso. Sarebbe troppo bello se bastasse un corno per vincere una gara. Credo che comunque il pre-gara resti la cosa più bella in qualsiasi attività sportiva. Nel nostro caso e nel Futsal è qualcosa da vivere. Spesso vedo i nostri collaboratori, nello specifico i magazzinieri piuttosto che i dirigenti, avere facce tese prima della gara a dimostrazione che a vivere l'evento sono tutti coloro che ci circondano. Non dimentichiamoci che passiamo più tempo insieme noi, e per noi mi riferisco ad atleti tecnici dirigenti, che con le nostre famiglie. Sicuramente la gara la viviamo in maniera diversa, ma ognuno di noi ha, credo di poterlo affermare con convinzione, la propria carica adrenalinica settimanale.

Per quanto mi riguarda la mattina quando mi sveglio ho come unico pensiero la gara, anche il volersi distrarre con altro è quasi impossibile. Mentalmente cerco di riassumere tutti gli aspetti del match che è imminente. Si arriva al campo sempre allo stesso orario e permetto alla squadra di essere libera mentalmente sino all'ingresso nello spogliatoio. Dopo però, esigo che la squadra si concentri e pensi solo a quel che abbiamo preparato in settimana: nello spogliatoio c'è assoluto silenzio, silenzio che contribuirà ad affrontare la gara con concentrazione.

The Match
Il match credo si vinca in settimana e prima del fischio iniziale. In gara si può e deve essere compito del Mister correggere qualcosa, ma credo che il grosso vada fatto prima. Affrontiamo tutto con professionalità e minuziosità, per cercare di sbagliare il meno possibile. Per quanto mi riguarda, nei giorni di allenamento precedenti alla gara, attraverso video, proiezioni e prove sul campo guardiamo gli avversari e cerchiamo di correggere i nostri errori. Quando l'arbitro fischia l'inizio sono così concentrato da non vedere una sola persona sugli spalti. Spesso trovo gente che mi dice per strada o a fine gara se l'ho visto o mi sento dire “ti ho salutato durante la gara” ma io ho spiegato e (sorrido) anche ai miei bimbi, i miei due figli, con tutta franchezza, che una volta che entro in quel rettangolo di gioco è come chiudermi in una cabina pronto a rispondere alle domande del mitico Mike Buongiorno, superconcentrato affinché in 40' possa dare il massimo, ed il mio contributo alla squadra, anche se il grosso poi spetta a loro. Dire di andare nel pallone mi sembra esagerato, vorrebbe dire avere poche qualità per poter intraprendere questo lavoro. E’ inutile negare che i momenti di difficoltà ci sono sempre: il gioco è così veloce e si deve pensare velocemente assumendosi le responsabilità nel bene e nel male. Spesso il Mister si assume responsabilità anche quando non le ha. A volte deve farlo per dimostrare al gruppo che lui è pronto a lottare e a mettersi in gioco, sempre! Quest'input non sempre viene recepito dai calcettisti, ma è una forma come un altra per mettersi sullo stesso piano e magari per spronarli a far sempre meglio.

Insidie
La vita ci insegna che ci sono dei periodi piacevoli e altri meno piacevoli. Nello sport e nelle attività sportive in genere questi periodi sono molto più frequenti che nella vita normale. In pochi mesi si può passare dall'essere il più bravo all'essere il meno bravo, ma nello specifico noi tecnici e chi sceglie questo lavoro sa che è così. Certo si ha la speranza e si lavora affinché siano più le gioie dei dolori. Per quanto mi riguarda ne varrà sempre la pena, le emozioni sono l'essenza della vita che siano esse negative o positive poco importa. Ricordo con piacere tanti momenti felici, quando magari ti è scappata anche la lacrimuccia per un risultato importante o quando hai condiviso momenti di gioia con tante altre persone. Le gioie per un tecnico possono essere anche il vedere un ragazzo crescere insieme a te e vincere insieme a te, e tante altre piccole gioie quotidiane.

Ma ricordo anche situazioni spiacevoli, dove le cose non sono andate come avresti voluto che andassero, ma anche queste sono importanti. Sicuramente sono più importanti di tante situazioni positive: su queste situazioni è giusto lavorare affinché ne scaturiscano altre positive. I proverbi non sbagliano mai, e lo “sbagliando si impara” la dice tutta. Nella mia pur breve carriera, ad oggi sono più le gioie che i dolori e spero continui così.

Gioie e Dolori
Di gioie ce ne sono tante, ma spero che quella più grande debba ancora arrivare. Ad oggi è stata sicuramente la vittoria del Campionato di C1 2009/10, quando inizialmente nessuno ci vedeva tra le favorite. L'anno scorso io e quella splendida squadra non solo vincemmo il campionato, ma mettemmo a sigillo un sacco di record; io vinsi, grazie a Futsal Mania, il premio come miglior allenatore della C1, e la squadra secondo gli addetti ai lavori giocò un gran bel futsal. Sono riconoscimenti che fanno sempre piacere, a maggior ragione se a farti i complimenti sono coloro che svolgono il tuo stesso lavoro. Il 2009/10 lo ricorderò per sempre: ricorderò la stagione ed ogni singolo calcettista. Credo che tra mister e calcettisti ci debba essere una scambio continuo di informazioni non verbali, ma continue, input che sia il mister che il singolo calcettista debbono cogliere all'istante per forgiare la squadra nel corso della stagione e migliorarla. L'anno scorso la squadra cambiò pelle nel corso del campionato stesso e il risultato fu la vittoria finale. A quei calcettisti sarò per sempre grato. Molti di loro ci sono ancora nella rosa attuale, ma ricordo anche coloro che per vari motivi sono andati via, devo a loro tanto e spero che anche io abbia lasciato in loro un piacevole ricordo. Per quanto riguarda i dolori, insomma, non sarei drastico come lo sono sempre. Di dolori ovviamente calcistici non ce ne sono tanti, forse una finale play off persa in C2, ma allora il Campionato l'avevamo vinto ampiamente sul campo. Anche allora contro ogni pronostico e con una squadra fatta da non calcettisti, da ragazzi presi inizialmente dalla strada, ma che ben presto si erano trasformati in veri e propri calcettisti poi richiesti da altre società.

Tra Rimorsi e Obiettivi
Non credo di avere rimorsi. Credo che il corso della vita sia segnato e non si faccia influenzare da decisioni errate. Credo che in passato sicuramente ho sbagliato in qualcosa, come tutti del resto. Sarei presuntuoso se pensassi il contrario, ma che non avrei comunque potuto evitarlo: è accaduto e ne ho tratto anche beneficio. Avevamo parlato prima di proverbi e che dagli errori si poteva crescere sbagliando meno. Non credo che nella vita si debba lasciare spazio ai rimorsi, gli errori, gli sbagli, le decisioni sono soltanto tappe della vita che insegnano a sbagliare meno. Non a caso i più saggi sono e saranno sempre, e la storia ce lo insegna, le persone più in là con l'età i cosidetti anziani, perché una persona anziana ne ha vissute di storie, ne ha viste tante e passate di tappe e sicuramente sarà sempre il più saggio. Pensare agli errori passati non corregge il presente, lo può solo migliorare.

Per un mister di Calcio a 5, come per gli altri sport, il sogno nel cassetto credo sia arrivare all'apice di questa disciplina. Senza ombra di dubbio! Per chi invece sta già in Serie A, credo il sogno sia vincere qualcosa di importante. Per il momento i miei obiettivi restano far bene con la Futsal Fuente Foggia che tanto mi ha dato e alla quale spero io abbia dato tanto: una società seria, concreta, oculata nelle decisioni e che per il suo modo di operare credo abbia vita lunga in questa disciplina. E giusto per ricongiungerci al sogno nel cassetto magari vedere questa società e il mister Miki Grassi navigare insieme ancora a lungo e salire di categoria. Sempre che a Foggia si faccia qualcosa per il calcio a 5, dato che allo stato attuale a stento abbiamo una struttura per la Serie B figuriamoci per una categoria superiore. Però sarebbe bello realizzare tutto ciò insieme.

Best5
Credo che ogni calcettista con percentuali differenti abbia contribuito alla mia formazione. Mi sembrerebbe riduttivo citarne solo alcuni…

Dream5
1) Luis Amado
2) Falcao
3) Ricardinho
4) Duarte
5) Nicolodi

Le 5 cose che un Mister migliorerebbe o cambierebbe del Futsal odierno
1) Doppio tesseramento (Calcio a 11 – Calcio a 5)
2) Professionalità Arbitri (solo Calcio a 5)
3) Gare in TV sulle reti Nazionali (è assurdo non poter vedere le qualificazioni della Nazionale)
4) Nessun ripescaggio a fine stagione. Si sminuisce il senso della competizione e la stessa non ha motivo di esistere. Anche se per eliminare i ripescaggi si devono diminuire i gironi.
5) Espulsione del giocatore senza inferiorità numerica




FRANCESCO VENTURA
Real Molfetta

Io, Mister
La mia avventura nel mondo del Futsal è iniziata per caso, come calciatore nelle fila di olimpiadi in serie C. Poi mi sono appassionato a questo sport e ho incominciato a seguire prima il corso regionale di calcio a 5 e poi alcuni clinic di Futsal in giro per l'Italia. Cosa ha di diverso questo sport rispetto al calcio? Secondo me è più dinamico, più spettacolare ed il risultato durante la partita non è mai certo, può cambiare continuamente. Questo sport appunto è diverso dal Calcio proprio perché è un'altro sport, non possiamo paragonarlo. E’ come se paragonassimo il basket alla pallavolo: sono diversi...

Tra Lavoro e Passione
Questo per me è lavoro e passione allo stesso modo. All'inizio lo prendi come hobby, poi diventa un lavoro e come ogni cosa se non ci metti passione difficilmente la fai bene, almeno io sono fatto così! Quindi la mente è sempre occupata a programmare allenamenti, schemi e così via. Fare il Mister mi è sempre piaciuto. Questo però comporta che in una squadra, che sia di calcio o di Futsal o di sport in genere, dove esiste un gruppo di persone ci siano anche tante difficoltà: non è semplice, in quanto devi saper gestire delle persone, e come tutte le persone anche gli atleti hanno della personalità che devi far coesistere in un sistema. Che sia di gioco o che sia di spogliatoio, purtoppo sei costretto a fare delle scelte che non sempre sono semplici e che non tutti condividono.

Il rituale del Sabato
Il sabato mattina il primo pensiero è: “speriamo che la squadra esprima un buon Futsal e che sia una bella partita”. Le prime cose che faccio: oltre a fare una buona colazione, vado a rivedere tutto ciò che abbiamo provato in settimana. Per poi infilarmi l'abbigliamento sportivo che la società mia ha messo a disposizione e via per la strada che porta a Molfetta. Una volta arrivato al Palazzetto mi accerto che tutto sia apposto, e mi accerto che i ragazzi stiano bene e che nessuno abbia problemi fisici. Il mio rito scaramantico naturalmente non lo dico, da buon meridionale me lo tengo per me.

The Match
Il match lo affronto internamente con molta agitazione, sempre con la speranza che i ragazzi abbiano capito come devono affrontare la partita. Esternamente cerco di trasmettere serenità e convinzione ai ragazzi cercando di non far trasparire quello che provo dentro in quel momento. Il pre-partita prevede una riunione tattica che faccio prima che la squadra inizi la vestizione: do alcune indicazioni tecnico-tattiche di come vorrei che loro affrontassero la partita, un ripasso generale su lavagna di alcuni schemi e cerco di motivare con delle parole la squadra. Durante l'incontro per la testa mi passano tante cose, ma quella più importante è vedere come i miei giocatori stanno interpretando la gara nelle due fasi di gioco. Poi cerco di capire quali contromosse, in caso in cui la squadra è in difficoltà, posso attuare. In caso in cui la mia squadra è in vantaggio cerco sempre di tenere alta la concentrazione: non ammetto dei cali, voglio che la squadra esprima sempre al massimo il suo potenziale. In caso di svantaggio cerco delle contromosse per recuperare il risultato e in base al tempo di gioco e al risultato utilizzo la carta del portiere di movimento, che se fatto in un certo modo può portare a dei risultati. Per far si che la squadra resti sempre concentrata, secondo me bisogna che i ragazzi vengano incitati e spronati a rimanere concentrati. Se mi è capitato qualche volta di andare nel pallone? Be sarei un presuntuoso se ti dicessi di no. E’ capitato che alcune volte vai nel pallone durante una gara, penso che a tutti gli allenatori sia successo al meno una volta nella vita, siamo anche noi esseri umani.

Insidie
Momenti difficili che mi sono trovato ad affrontare ci sono stati. Tipo alcuni giocatori che non seguono le indicazioni che impartivi durante la gara, e alla loro sostituzione entravano altri che interpretavano alla perfezione quello che dicevo, portando la squadra al goal. Quindi si rendevano conto che era sbagliato quello che loro stavano facendo in quel momento.

Gioie e Dolori
Finora la gioia più grande che ho provato nel Futsal è stata la vittoria della Coppa Italia Under 21 a Benevento. Questa per il momento è la storia più bella che si possa raccontare a figli e nipoti, una storia che racconta come una squadra che non era considerata da nessuno degli addetti ai lavori, va nella terra della squadra favorita alla vittoria finale che con un solo boccone avrebbe mangiato la vittima di turno e invece come nelle favole la vittima, da agnellino si trasforma in leone e riesce ad aver la meglio sul suo avversario. Purtroppo ci sono anche i dolori. Nello sport come nella vita, gioie e dolori vanno di pari passo. Purtroppo è un periodo che i dolori si fanno sentire spesso e dico che è normale quando stai creando un nuovo progetto dal nulla. Bisogna avere pazienza e sperare che arrivino quanto prima le gioie. Senza dolori non si hanno le gioie, questo secondo me è sicuro. D'altronte è la vita che c'è lo insegna.

Tra Rimorsi e Obiettivi
Rimorsi nella vita da allenatore ci possono essere, è normale sopratutto quando c'è una sconfitta. Pensi sempre: se avessi fatto così cosa sarebbe successo, se avessi fatto in quella maniera può darsi che non avrei preso goal, ecc. Per quanto riguarda gli obiettivi a breve sono quelli stabiliti con la società in cui alleno ed è quello di fare un bel campionato, creando le basi per un campionato da vertice in futuro. Il mio sogno nel cassetto è quello che un giorno possa allenare nella massima serie, non vi dico quale però...

Best5
I miei cinque giocatori di sempre sono tanti: potrei fare tanti nomi, ma per non escludere nessuno e senza fare torto a nessuno, perché con i miei giocatori cerco sempre di instaurare un buon rapporto, dico:
1) Laion
2) Pedone Nico
3) Mocellin
4) Nicolodi
5) Russo Giuseppe
Sono i ragazzi che hanno vinto la Coppa Italia under 21.

Dream5
1) Luis Amado
2) Planas
3) Vinicius
4) Kike
5) Fernandao.
Niente male…

Le 5 cose che un Mister migliorerebbe o cambierebbe del Futsal odierno
Le cinque cose che cambierei possono essere:
1) Più visibilità in tv
2) Più clinic per allenatori, invitando alcuni stranieri
3) Migliorare le strutture dove si gioca
4) Rendere obbligatorio indoor questo sport in tutte le categorie
5) Trasformare la divisone in Lega di calcio a 5




DAVID CEPPI
Me.Co. Potenza

Io, Mister
La mia avventura nel Futsal comincia a Perugia, nell'Erregi di Riccardo Gaucci come preparatore atletico prima ed allenatore in seconda in seguito, con Massimo Ronconi. Ed inizia alla grande, subito scudetto al primo anno! Allora lo scelsi perché mi attirava un esperienza professionale nuova, con professionisti del settore. Ora è una vera passione. Dal Calcio si differenzia in modo globale, un altro sport: dimensioni del campo, superfici di gioco, numero giocatori ed una tattica impressionante, almeno in Italia. La spettacolarità del Futsal lo rende speciale! E mi spiace che faccia ancora fatica ad emergere al pari di Basket e Pallavolo a livello mediatico, poiché non ha nulla da invidiargli.

Tra Lavoro e Passione
Mi dedico al Futsal al 100%, ed è tutto lavoro! E’ una fortuna che mi sia data la possibilità di fare ciò di cui sono anche appassionato! La mia routine di lavoro prevede 6 allenamenti in 5 giorni, ma il mio lavoro non si può limitare al campo! La programmazione è una parte che mi impegna moltissimo: la visione di partite di avversari o di ogni altro genere, l'aggiornamento ove e quando possibile, tutto questo ed altro fa parte del lavoro del Mister. Per quanto mi riguarda c’è un grande senso di responsabilità verso le persone con cui collabori. Le sensazioni possono essere molto differenti, a seconda del momento che si sta attraversando, ma la responsabilità non cambia mai. Faccio un pò fatica ad evidenziare i Pro del mio lavoro! Ma la possibilità di sperimentare e mettere in pratica le proprie idee, la ritengo una cosa positiva. Di contro sei una persona estremamente sola.

Il rituale del Sabato
Il sabato, la cosa che penso sempre, è se in settimana ritengo che la squadra abbia svolto un buon lavoro. Questo spesso mi rasserena. Faccio colazione e spesso non pranzo: mi piace restare "leggero". Dopo il pranzo con la squadra, quando arrivo al palazzetto, mentre la squadra si cambia, ripasso mentalmente, o spesso, con degli appunti, ciò che voglio dire prima della partita: 10 minuti, non di più. Più che emozione, è la tensione che sento che cresce man mano che si avvicina il calcio d'inizio. Un rito che mi porto dietro da tempo non c'è, ma ogni anno esiste qualche piccola cosa che mi aiuta a credere che le cose andranno bene; quest'anno è un piccolo ciondolo che mi porto sempre dentro la tasca destra dell'abito: mi è stato regalato da persone molto speciali.

The Match
Una volta iniziata la partita mi concentro su di essa: non riesco a vedere troppe cose alla volta, quindi ho una scaletta a cui in genere mi affido. Per prima cosa guardo attentamente i miei avversari, e non riesco a concentrarmi sui miei giocatori, mi fido delle scelte iniziali. Se individuo delle carenze, mi concentro sulla mia squadra per capire se anche i miei giocatori le hanno individuate, e cerco di comunicarle a tutti i miei giocatori, partendo da quelli che subentreranno. Se necessita chiamo time-out. Non mi capita di pensare diversamente rispetto ad un risultato negativo o positivo: mi concentro sulla partita, o meglio su alcuni aspetti, uno alla volta. Per quanto mi riguarda cerco di rimanere sereno, non vedo altra possibilità di rimanere concentrato. Se qualche volta mi è capito di andare nel pallone? Sicuramente! IOra non ricordo un'occasione specifica, ma io sbaglio come tutti!

Insidie
Chi decide di fare questo lavoro, sa in partenza che potrà affrontare momenti delicati: lo deve mettere in preventivo. Io a Reggio Calabria in A1, dove per alcune vicissitudini dirigenziali, la squadra era stata smantellata, ho trascorso un periodo difficile: stipendi in grande ritardo, rosa ridotta all'osso, l'inevitabile precarietà dei rapporti. Chiamato a gestire la squadra, ho cercato di motivare i giocatori rimasti con il poco che avevamo, ed alla fine ci siamo tolti la soddisfazione, del tutto personale, della permanenza nella categoria. Sono una persona che crede fermamente che dalle cose negative si può imparare sempre molto

Gioie e Dolori
Ancora oggi la mia più grande gioia ed emozione, è stata la vittoria dello scudetto con l'Erregi Perugia C5! Tre finali scudetto bellissime, con la prima vinta nettamente al PalaEvangelisti contro una Roma stellare! Gara 2 persa ad Aversa in campo neutro a 4 secondi dalla fine! E l'apoteosi a Colleferro, in casa giallorossa, dove tutti ci davano per spacciati ed invece alla fine abbiamo conquistato il tricolore! Raccontare in dettaglio quei giorni richiederebbe un libro! Ricordo solo la notte dopo la sconfitta ad Aversa, passata a rivedere la partita, vedere le faccie dei giocatori increduli di quanto accaduto ed allo stesso tempo cercare di ricaricarli sia fisicamente che mentalmente! Sensazioni indescrivibili..

Il dolore più grande, invece, è stato con la Roma C5 l'anno successivo, in Coppa Italia. Non tanto per la sconfitta in Finale, quanto per la mancata possibilità di presentarci sul podio; credo che perdere in finale con la Luparense non fosse stato un dramma: era una squadra attrezzata quanto la nostra ed il lavoro svolto da tutto lo staff e la squadra, meritasse di presenziare alla cerimonia, ma la società non volle. Mi ricordo inoltre che a Ciccio Angelini fu negata la possibilità di ritirare il premio quale miglior giocatore.

Ci tengo a precisare che sia a Perugia che a Roma, il mio ruolo era quello di preparatore atletico ed allenatore in seconda, e in entrambi i casi il Mister era Massimo Ronconi.

Tra Rimorsi e Obiettivi
Nessun rimorso! Ogni scelta l'ho fatta in modo assolutamente consapevole dei vantaggi e svantaggi che mi avrebbe portato! E di questo ne vado molto fiero. Non rimpiango proprio nulla, nemmeno le esperienze più negative: ritengo che tutte mi abbiano insegnato qualche cosa. Detto questo, a Putignano in A2, durante una partita con l'under 21, mi lasciai prevalere dalla rabbia e feci un gesto di cui mi pentii subito. Ritengo che quel gesto, nonostante le mie pubbliche scuse, mi penalizzò successivamente nel rapporto con la società stessa, e mi dispiacque molto.

Attualmente penso a portare la MeCo Potenza C5, il più in alto possibile. Di fatto siamo passati da una C1 ad una A2 in questo anno! E’ una bellissima esperienza che voglio continuare nel migliore dei modi, cercando di onorare fino in fondo il Campionato e cercando di fare il meglio possibile in Coppa Italia. Di sogni ne ho tanti! Mi piacerebbe fare esperienze in Giappone, Spagna e Brasile ma attualmente lascerei la Me.Co. solo per collaborare con la nostra Nazionale...

Best5
Ho avuto la fortuna e l'onore di allenare tanti grandissimi campioni e non me ne vogliano gli altri, ma i miei Best sono:
1) Gianfranco Angelini
2) Carlinhos Montovaneli
3) Marcio Forte
4) Rogerio
5) Danilo Lanconi

Dream5
Molto più difficile indicare giocatori che non ho allenato, quindi indicherò quelli che mi piacerebbe allenare:
1) Mammarella
2) Borruto
3) Nuno
4) Betao
5) Kike

Le 5 cose che un Mister migliorerebbe o cambierebbe del Futsal odierno
1) Difficile fare un elenco, ma mi sento di dire che per prima cosa mi piacerebbe vedere una federazione professionale del Futsal Italiano, con ruoli riconosciuti al suo interno: ne gioverebbero molte figure e la credibilità dello sport stesso.
2) Rivedrei la regola che impone ad un allenatore di non poter più allenare durante la stessa stagione se rescinde il proprio contratto o se viene esonerato.
3) Ridurrei la "forchetta" delle dimensioni dei campi di gioco; troppa differenza tra un 40x20 e un 35x15: nei due campi si gioca un altro sport...
4) Eliminare la possibilità al portiere di lanciare la palla sulla metà campo avversaria, ne gioverebbe lo spettacolo.
5) Ultima cosa, che mi sembra in via di definizione, omologare un pallone unico, per tutte le categorie: almeno dalla serie A1 alla serie B.





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