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L’opinione di: Massimo Ronconi

Pare ormai consolidata, spesso ben accettata, la nuova tendenza del Futsal Italiano che vede comporsi i propri campionati nazionali non più a Maggio e Giugno, come coerenza sportiva vorrebbe, bensì nei “caldi” mesi di Luglio ed Agosto. Ad alcuni questa prassi piace: segno di un Futsal che spinge per uscire dall’anonimato; che si adopera verso una naturale selezione tra le società più e meno attrezzare, in previsione del tanto auspicato “Professionismo”. Ad altri, questa consuetudine non piace affatto. C’è, poi, chi parla di campionati falsati e chi, invece, sposa la causa del “tutto fa brodo”. Se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, non spetta a noi dirlo. Lasciamo quest’incombenza a chi ne sa molto più di noi. Un nome, mica tanto a caso, è Massimo Ronconi…
In principio era il calcetto.
Da sempre, essendo considerati uno
"sport minore", abbiamo dovuto divincolarci tra fusioni, ripescaggi e
fallimenti societari. Eppure siamo sopravvissuti! E questo è un elemento
fondamentale per il nostro sport. Da sempre le squadre che hanno maggior
potenziale dal punto di vista economico, partono con i favori del pronostico.
Ma qualche volta le idee hanno il sopravvento sui soldi e, come nel caso del
Montesilvano, questo ci fa ben sperare per il futuro del Calcio a 5.
Futsal o calcetto, la musica è cambiata
davvero?
Non sono d'accordo con chi crede che
stiamo andando verso una strada di non ritorno. Il momento difficile che stiamo
attraversando fa parte della crisi internazionale che ha travolto anche i
piccoli sport. Anche se come numero di praticanti in Italia siamo sicuramente “a
podio”. A chi crede che il Futsal Spagnolo sia il traino, dico che
evidentemente non conosce bene le problematiche che sta attraversando il paese
iberico: forse persino maggiori delle nostre. Prova ne è che molti giocatori
che avevano "saltato la barricata" stanno facendo ritorno a casa. Il
problema più grande è che abbiamo creato un gap negli anni scorsi, con il quale
dobbiamo fare i conti oggi! Mi riferisco ai troppi oriundi e alla poca attenzione verso la crescita del settore
giovanile. In questo, invece, dobbiamo seguire l'esempio degli spagnoli che
fanno la differenza proprio con la cultura del settore giovanile.
La cura Ronconi.
Sono completamente contrario all'Under 21
perché a mio avviso un giocatore di 21 anni, se ha seguito un percorso idoneo, può
essere inserito in prima squadra direttamente! Mentre dovremmo potenziare le
scuole calcio e le categorie giovanili.
Il problema più grande è che non ci sono istruttori professionali per i giovani
che vogliono avvicinarsi al nostro sport: le poche risorse a disposizione fanno
si che le scuole calcio e le giovanili siano affidate ad "amici" dei
presidenti. Ed ecco che viene pregiudicata la crescita del ragazzo nel momento
più importante, con la conseguenza che il salto nella prima squadra diventa
troppo grande. Il percorso che ha intrapreso la Federazione ora, con l'avvento
di Menichelli credo che possa dare dei frutti tra qualche anno e, dovrebbe
essere seguito anche dalle società, sopratutto se non vogliono fare come tante
in questi ultimi anni: solo "sporadiche apparizioni", per poi sparire
nell'anonimato…
Carlo
De Sandoli
Responsabile Comunicazione FutsalMania