L’Ospite: Fernando Grana l’uomo simbolo del Futsal italiano

Giovedì, 27 Gennaio 2011
Dopo aver intervistato grandi campioni come Pula, Foglia, Morgado, Paulinho, ed altri, il viaggio del Real Foggia all’interno del mondo Nazionale ed internazionale del futsal continua. Questa settimana, nella rubrica l’Ospite abbiamo l’onore di aver intervistato in esclusiva uno dei giocatori più forti al mondo, capitano della Nazionale italiana e recordman di presenze con 113 convocazioni Nando Grana, campione d’Europa nel 2003. Una carriera importante quella di Nando, cominciata nelle fila dell’AC Tejusa, con cui vi milita dal 95 al 98, laureandosi campione giovanile paulista nelle stagioni 95 e 96, con la conseguente vittoria della scarpa d’oro. Viste le grandi doti, lo stesso tecnico della prima squadre dell’'Atletico/Pax Minas (Atletico Mineiro) promuove Nando in prima squadra, con cui conquista tra il 97 ed il 99 due scudetti. Le buone prestazioni fanno si che anche in Italia arrivi il suo nome, cosi la BNL decide di acquistare il giovane e promettente Fernando Grana. La scelta del club capitolino si dimostra giusta, tanto che anche grazie alle prestazioni di Fernando, la BNL dal 12° posto riesce nell’impresa di scalare la classifica, arrivando alla disputa della finale scudetto a fine stagione. Dopo 3 stagioni, il mondo professionistico del futsal spagnolo, apre le porte a Fernando, anche ancora 23enne, è ormai un giocatore pronto per la Spagna. Nella stagione 2003-04 milita nella fila del PSG Móstoles, mente nel campionato 2004/05 approda nel team campione d’Europa il Playas de Castellón, con cui conquista la supercoppa di Spagna. Conclusa l’esperienza spagnola torna in Italia, dove approda alla Luparense con cui dal 2005 al 2008 vince tutto: 2 scudetti, 2 coppe Italia, ed 1 supercoppa italiana, partecipando anche alla Uefa futsal cup. Dopo il mondiale del 2008, lascia la Luparense per approdare alla Lazio prima ed all’Arzignano poi, ma complice un errore medico durante un intervento, lo costringe a saltare la stagione. Tornato in Brasile e risolto il problema, Nando torna a giocare come sa, approdando alla Marca, nella stagione 2009-10. con cui conquista la coppa Italia, conclusa l’esperienza in Veneto, Nando decide di accettare la proposta del Genzano in A2. Cosi con il capitano Nando, cominciamo la nostra chiacchierata, sfogliando l’album dei ricordi, la prima tappa del viaggio nel memoria, sono primi anni della sua lunga e brillante carriera “Cominciai a giocare a futsal all’età di 10 anni, fin da subito il calcio a 5 mi piacque come disciplina,e non volli fare nessun cambiamento con il calcio. All’inizio come per tutti i bambini, era solo un divertimento, si andava agli allenamenti per imparare, poi pian piano diventò una cosa sempre più importante, perché la squadra con cui mi allenavamo militava nei campionati professionistici. Ero consapevole che per arrivare in prima squadra dovevo far bene a livello giovanile,e ciò mi stimolava nel dar sempre il meglio di me, sia in allenamento che in partita. Cosi tutto l’impegno impiegato portò i suoi frutti, perché il mister cominciò a convocarmi in prima squadra. Ricordo che nelle prime partite mi tremavano le gambe, anche perché il palazzetto era strapieno, poi pian piano presi confidenza con la nuova realtà,ed un anno più tardi arrivai in Italia. Posso dire che ero ormai ero un giocatore pronto e formato”. Cosi con Nando voltiamo pagina, ed apriamo quella riguardante i ricordi della sua prima esperienza italiana “Giocando con la prima squadra un osservatore spagnolo mi fece capire che c’era l’interesse verso me da parte di un club italiano, cosi accettai la proposta che mi fu fatta dalla BNL,anche perché ero curioso di conosce il paese dal quale provenivano i miei antenati. Come tutti anche io ho avuto diversi problemi i primi tempi,perché ero in un paese nuovo, e mi sentivo un po’ come un bambino, perché dovevo imparare a camminare da solo, ossia conoscere la nuova realtà, perché non sapevo dove fossi, dovevo imparare la lingua,per dialogare ed al tempo stesso per capire gli altri, a ciò va aggiunto che sentivo anche la mancanza della mia famiglia e dei miei amici. Però avevo un obiettivo: far bene, questo mi aiutò tantissimo, nel superare i primi tempi, la cosa che mi colpì soprattutto all’inizio, fu veder allenare la mia squadra sull’erba sintetica. Provenivo da una realtà dove sul sintetico si gioca solo per divertimento, mentre il futsal si pratica nei palazzetti, e in quel momento mi spaventai (ride), fortunatamente mi spiegarono che in quel periodo il palazzetto era impegnato, ma li per li mi spaventai. Il ricordo più bello del mio primo periodo italiano, fu la finale scudetto. Quando arrivai alla BNL, era dodicesima in classifica, ed a fine stagione riuscimmo nell’impresa di giocare la finale scudetto, per me fu una soddisfazione grandissima”. Dopo aver parlato della prima esperienza italiana, con il capitano della Nazionale, voltiamo ancora pagina ,aprendo quella relativa ai ricordi dell’esperienza spagnola “ La voglia di conoscere un’altra realtà, come quella professionistica spagnola, mi spinse a volare in Spagna, dove tutto il paese considera i giocatori di futsal, dei veri professionisti. I primi tempi furono difficili, nonostante avessi già sulle spalle l’esperienza italiana, fui costretto a dover ricominciare tutto, dovetti imparare lo spagnolo ed ambientarmi in quella realtà, però dopo un paio di mesi le cose cominciarono ad andar bene. Quello fu un periodo molto bello per me, ero reduce dalla vittoria degli Europei, dalla finale di Coppa di Spagna,e con il Playas,riuscimmo a vincere la supercoppa spagnola, fu una grande soddisfazione perché la società era da diversi anni che non vinceva,noi riuscimmo nell’impresa di vincere la supercoppa. Inseguito ci fu un cambio di guida tecnica e cominciò un nuovo ciclo”. Dopo aver spiegato la sua esperienza spagnola, con Nando voltiamo ancora pagina, aprendo quella relativa al suo ritorno in Italia “Nei tre anni trascorsi in Spagna il futsal italiano era cresciuto tanto, nacque mia figlia e ciò mi spinse a tornare in Italia con la Luparense, in cui nell’ultima stagione vincemmo tutto: scudetto, Coppa Italia e supercoppa. Per la mia carriera fu la stagione principale, il rammarico più grande resta l’eliminazione dalla UEFA Futsal Cup per mano dei campioni incarica, però ci fu la soddisfazione di aver almeno pareggiato. Successivamente al mondiale dovetti operarmi per un infortunio, purtroppo per uno sbaglio medico fui costretto a restar fermo una stagione, cosi a fine campionato mi operai in Brasile e tutto andò per il verso giusto. Tornai a giocare con l’Arzignano, le cose stavano andando bene, purtroppo però ci furono problemi societari, e fui costretto a cambiare team, approdando alla Marca, di cui ho un bellissimo ricordo. C’era un bel gruppo con cui vincemmo la Coppa Italia,entrai cosi a far parte anche della storia della Marca, visto che prima di quella vittoria non aveva vinto altri trofei, e per me fu una soddisfazione grandissima”. Chiuso l’album dei ricordi con Nando il discorso vira sul suo attuale presente con la maglia del Genzano “ La serie A2 è un campionato molto diverso dalla serie A, perché ogni squadra contro cui giochi c’è da lottare e soffrire, è un campionato molto agguerrito e molto lungo,in ogni partita o sei al massimo o non vinci. In serie A invece è molto diverso, e posso già dirti chi disputerà i playoff scudetto, invece in serie A2 non è cosi. La scelta di accettare il Genzano è stata dettata dal progetto che ha la società, ma soprattutto la chiacchierata che feci con il presidente prima di firmare il contratto,mi spinse ad accettare, anche perché dopo 5 anni trascorsi in Veneto dovevo cambiare. A Genzano mi trovo benissimo, sono venuto con la consapevolezza di dover vincere ed approdare in serie A, perché per tutta la città la serie A è un sogno e noi vogliamo realizzare questo sogno”. Esaurito il discorso club, con Nando apriamo quello riguardante la Nazionale di cui è capitano, uomo simbolo e recordman “ Per me esser diventato recordman della Nazionale, è una grandissima soddisfazione, perché fin da quando fui convocato la prima volta, avevo il solo obiettivo di non abbandonare più quella maglia, con cui voglio raggiungere altre 100 presenze. La prima convocazione arrivò a 19 anni, ero convinto di voler fare la mia carriera in Italia, e volevo disputare le più grandi manifestazioni con la maglia azzurra, quindi non ci pensai e decisi di accettare, anche perché pur essendo brasiliano era impossibile essere convocato per la Nazionale brasiliana giocando all’estero. Con l’Italia ho tanti ricordi bellissimi, la vittoria degli europei a Caserta, il secondo posto ai mondiali disputati a Taipei, e l’emozione che tale maglia ti da prima di ogni partita, in cui c’è una Nazione da difendere, ed un intero movimento da difendere, quindi ogni gara con questa maglia è un emozione”. Cosi il capitano ci spiega quali emozioni provò durante il mondiale disputato in Brasile nel 2008, che lo vide affrontare la Nazionale del suo paese natale “Fu una situazione un po’ strana, che avevo già vissuto al Gran Prix, in cui disputammo la finale proprio contro il Brasile, dove perdemmo ai tempi supplementari. L’emozione era tanta, anche perché sapevo che la gara sarebbe stata trasmessa in diretta televisiva, e sapevo che tutta la mai famiglia ed i miei amici avrebbero guardato quella partita, però finì tutto li, perché una volta cominciata la partita la maglia da difendere era quella azzurra. Di quel mondiale ho un ricordo positivo, ma al tempo stesso c’è il rammarico di essere stati eliminati dalla Spagna subendo un gol a cronometro ormai fermo. Però siamo usciti a testa alta, ed arrivare terzi ad un mondiale non è facile” Chiuso il capitolo Nazionale, con Nando esaminiamo quello che attualmente è lo stato del futsal italiano “Secondo me c’è ancora tanta strada da percorrere, ci vogliono degli impianti a norma, certo il futsal italiano è cresciuto tanto negli ultimi anni, ma per arrivare agli stessi livelli di quello brasiliano e spagnolo c’è ancora tanto da fare, A mio giudizio quella spagnola è la federazione meglio organizzata, giocare li in serie A è una gioia, infatti li bisogna che le società abbiano impianti di minimo 2.500 persone alla capienza, tutti i campi devo avere misure ufficiali ossia 40-20, e tutti gli impianti devono essere in parquet, ed i contratti dei giocatori devono essere professionistici, credo che l’organizzazione che hanno sia da prendere ad esempio”. Cosi con il capitano azzurro arriviamo a quelli che sono i traguardi futuri da voler centrare “L’obiettivo primario è quello di raggiungere la serie A con il Genzano, poi tornare in Nazionale, a febbraio ci saranno le qualificazioni per gli europei ed io voglio esserci,ed in fine coronare il mio più grande sogno: vincere i mondiali con l’Italia, cercherò d’impegnarmi tanto fino al prossimo mondiale. Alla mia carriera non posso rimproverare nulla, visto che tutto ciò che potevo vincere sono riuscito a vincerlo e ringrazio Dio per ciò che mi ha dato”. In conclusione anche Nando ha un pensiero per il Real Foggia“Al Real Foggia faccio un grosso in bocca al Lupo,ed alla società posso dire di avere sempre i piedi per terra, al fine di raggiungere tutti gli obietti che sogna di centrare, per questo gli faccio un grosso in bocca al lupo”.


Davide Piteo
Ufficio stampa ASD Real Foggia
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