Il Protagonista: Dao

Lunedì, 17 Gennaio 2011
Repetitae iuvant. Lo scorso anno ha stupito tutti con la semifinale scudetto e per poco non faceva un bello scherzetto alla super Marca. Quest’anno si sta ripetendo. Per la serie, aggiungi un posto a tavola che c’è una big in più, il Bisceglie è a tutti gli effetti una fra le migliori espressioni del futsal nostrano. Perché è più difficile mantenere il “potere”, piuttosto che conquistarlo. Perché quando le idee sono chiare ed il lavoro è fatto bene, i fatti concreti danno sempre buoni frutti. Programmazione e competenza societaria, tradizione e distinzione. Capurso (da 17 anni sulla panchina nerazzurra!) e bomber Dao. Il fenomeno Bisceglie si consolida e la storia del pivot brasiliano è da raccontare.

TUTTO STORTO - Le cronache spesso narrano di storie vissute e fotografate in quell’istante, storie belle o brutte che comunque hanno una loro umanità. Quella di Edenilson Leite, meglio conosciuto con l’”apelido” (soprannome) di Dao, è l’emblema di tutto ciò. Una storia sportiva legata a doppio filo ad una esperienza umana forte ma con tanto di lieto fine. Siamo ai primi di settembre ed il Bisceglie si appresta a vivere i primi giorni di raduno pre campionato per disputare la quinta stagione consecutiva in serie A. Come ogni anno si cerca di lavorare bene per partire subito forte e mettere in cassaforte più punti possibili. Sette settembre, un giorno come tanti altri. Non per il pivot di Blumenau. “Era il secondo giorno di preparazione, io e Nicolodi (Douglas nel mercato invernale è passato alla Ponzio Pescara, ndr) ci stavamo recando al PalaDolmen per allenarci con la squadra. All’improvviso il mio telefono cellulare squilla con in sovra impressione un numero brasiliano – racconta Dao – non dimenticherò mai quegli istanti in cui un mio caro amico mi racconta in maniera confusa che mio fratello gemello Ninho aveva avuto un gravissimo incidente stradale”. Con le palpitazioni al cuore Dao accompagna Nicolodi al PalaDolmen, informa mister Capurso dell’accaduto senza pensarci troppo organizza il suo repentino viaggio a Blumenau, sua città natale. “Sono stati momenti talmente brutti – continua l’italo brasiliano – che non li auguro neanche al mio peggior nemico. Ero in trans: facevo tante cose e non riuscivo ad avere il tempo per pensare se mio fratello fosse ancora vivo o meno”.

TUTTOFARE - Il giorno dopo Dao parte per il Brasile dove trascorre 21 lunghissimi giorni fatti di preghiere, assistenza in ospedale e pratiche quotidiane da svolgere, “Mi alzavo al mattino, pregavo e poi mi andavo in ospedale sperando che mio fratello potesse muovere un dito o fare un cenno per mostrare a noi di stare meglio”. Dao si fa in quattro per la sua amata famiglia. “Avevo tante cose da fare, dovevo stare accanto a mia moglie, che da poche settimane aspettava il nostro primo bambino”. I 21 giorni volano in un batti baleno, Dao torna in Italia per la prima di campionato con l’Acqua&sapone. E’ in evidente ritardo di preparazione fisica, ma cerca di dare il suo contributo. Per la cronaca, il match finisce in parità. “In quei giorni tutto mi sembrava gigantesco, vedevo i miei compagni correre alla grande ed io arrancavo. La testa non c’era e puntualmente quando tornavo a casa mi collegavo con il Brasile per sapere di mio fratello. Sono state settimane interminabili – assicura - solo alla quinta partita con la Luparense ho cominciato a sentire i primi frutti di un lavoro a tratti estenuante. Ma per arrivare alla condizione ottimale ci voleva ancora molto”.

FUORI DAL TUNNEL – La vita è una sinusoide. A volte va tutto storto e ti butti giù, altre tutto tutto riga dritto. E torni su. La vittoria con la Luparense e più in generale gli ottimi risultati del Bisceglie fanno tornare il sorriso sul viso di Dao. Il bomber dei pugliese trova la luce fuori dal tunnel. “Le notizie su mio fratello era sempre più positive e grazie alla tecnologia potevo vedere i suoi seppur piccoli progressi. Anche mia moglie stava bene e la piccola Tayla dentro di lei cresceva ogni giorno”. Dao è stato anche fortunato. “I miei compagni di squadra sono stati straordinari, mi sono sempre stati accanto, a volte in silenzio rispettando il mio stato d’animo, altre spronandomi e rassicurandomi in un futuro più roseo. Tutti indistintamente si sono presi cura di me e questo non lo dimenticherò mai per il resto dei miei giorni”. Arriva Natale e il Bisceglie si regala uno storico terzo posto al giro di boa, che significa essere testa di serie alla prossima Final Eight di Coppa Italia.

IL DAO E’ TRATTO – Dao scarta i regali alla Befana. Nella calza ci sono anche quattro gol, uno diverso dall’altro, segnati all’Acqua & Sapone nella prima di ritorno. Il “Dao” è tratto. “Sino ad allora avevo fatto solo due gol in campionato, ma nulla trascendentale – spiega il sudamericano - segnare la prima rete al PalaCastagna è stata una vera liberazione. Ricordo che Pereira mi fa l’assist giusto e subito dopo il gol mi abbraccia. Lui che mi di tutti mi è stato vicino”. Dao nella prima giornata di ritorno sigla quattro gol e tre giorni dopo contro l’Augusta continua con una doppietta. I gol sono già otto e l’intenzione di fare meglio è nelle corde del possente pivot di Blumenau. Tutti i pezzi del puzzle vengono collocati al posto giusto. Ninho migliora (ormai il suo recupero è vicino al 100%), farà anche da padrino alla piccola Tayla, che verrà alla luce. Il Bisceglie vola con le prodezze di un bomber ritrovato e uomo finalmente felice.



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