DC5, il Protagonista della Settimana

Martedì, 4 Gennaio 2011
Due “matricole” promosse al primo esame. Asti e Promomedia Sport Five Putignano subito in Final Eight di Coppa Italia. All’esordio in serie A: però, niente male. Sergio Tabbia e Massimo Monopoli, due tecnici emergenti che non hanno affatto pagato lo scotto del salto di categoria e continuano a miracol mostrare. L’allievo di Velasco continua a tagliare traguardi prestigiosi, il seguace di Napolitano si conferma “Re Mida” di Putignano. Entrambi italiani, entrambi grandi appassionati di calcio a 5, entrambi studiosi di questa disciplina. Tabbia e Monopoli, il nuovo che avanza nel gotha del futsal nostrano.


A COME ASTI – Cinque promozioni di fila, qualificazione alla Final Eight, la scalata dell’Asti non conosce soste. Merito di una società che lavora alacremente alle spalle della squadra. Merito di un tecnico che ha avuto una grande fortuna in carriera: lavorare a stretto contatto con ‘sua maestà’ Jesus Velasco. “Il migliore tecnico che abbia mai allenato in Italia”. Tabbia non ha dubbi. “Senza nulla togliere ai grandi allenatori italiani come Piero Gialli e Colini, i mister spagnoli hanno un enorme vantaggio rispetto a noi. Il futsal fa parte della loro vita quotidiana – spiega il tecnico degli orange – è un fatto di cultura, hanno una didattica differente, lavorano con i giocatori fin da quando sono bambini e di conseguenza la metodologia e la loro psicologia è più completa. A me Velasco ha insegnato tantissimo”. Già, Tabbia nasce come estremo difensore, nel Torino di Bongiovanni che vince la B e sale in A. “L’anno dopo sono diventato allenatore dei portieri – racconta – di Velasco mi ha sempre colpito la sua umiltà e voglia di imparare, anche dalle categorie inferiori. Io seguo gli allenamenti anche di squadre del regionale, perché ognuno può darti qualcosa di importante”. L’allievo dell’entrenador di Segovia cresce insieme all’Asti. A suon di promozioni e successi. “Non c’è nessun segreto, la società programma gli obiettivi e i giocatori accettano le mie scelte. Anche noi abbiamo tanti problemi, ma, come una buona famiglia, li risolviamo internamente”. Così la matricola piemontese disputa un gran girone di andata, chiude al quinto posto, grazie alla classifica avulsa favorevole rispetto ad Aler Ego Luparense e Ponzio Pescara. “La Final Eight è un premio al nostro lavoro – assicura Tabbia – questo gruppo ha dimostrato di saper anche soffrire”. Il collettivo, sì. Ma anche un insieme di singoli capaci di leggere le partite nel più breve tempo possibile. Il primo nome che viene in mente è certamente quello di Gabriel Lima, autentico leader e ora anche bomber dell’Asti. “Lima non lo scopro certo io, ma preferisco parlare del gruppo, come un’orchestra che suona la stessa musica. Certo, poi ci sono i singoli. In tal senso gli acquisti di gente esperta, che conosce la serie A, come Corsini, Cavinato e Bessa, ha fatto la differenza”. A marzo, dal 10 al 13 al PalaFabris di Padova, ci sarà anche l’Asti. Eccolo il Tabbia no limits. “Noi proveremo, andremo lì per giocarcela, vogliamo essere la mina vagante, anche se secondo me la Marca è di un altro pianeta e per questo la favorita d’obbligo”.

MONOPOLI E IL PARCO DELLA VITTORIA – Storica promozione in serie A e Final Eight. Tutto e subito a Putignano. Nel segno di Monopoli e del suo parco della vittoria. Ma il tecnico della Promomedia conosce molto bene la parola umiltà e divide con i suoi i successoni della neopromossa pugliese. “Non sono certo io quello che ha portato il Putignano in Final Eight – assicura – le vittorie sono il risultato di un gruppo che fa della duttilità tattica un’arma a proprio vantaggio, una società che lavora quotidianamente e una tifoseria che ci è sempre stata vicina”. Giusto, come altrettanto oggettivo che con Monopoli il Putignano ha saputo trovare la quadratura del cerchio. Il tecnico della Sport Five si racconta. “Faccio del carattere la mia forza, ho cercato di capire il materiale umano a mia disposizione, adattandomi ad esso, cercando di inculcare ai miei una mentalità vincente e di apprendere dai miei predecessori. Per esempio, Napolitano, mi ha dato tanto. Sono nel calcio a 5 da un po’ di anni e le mie esperienze mi hanno aiutato a crescere”. Prima come giocatore, poi come tecnico. “Sono stato un laterale offensivo, anche se – sorride – ai miei tempi non c’erano questi ruoli ben definiti. Ho giocato fino a 6 anni fa, mi piaceva tanto fare gol. Poi ho intrapreso la strada dell’allenatore. Ho voglia di imparare e aggiornarmi continuamente”. Un po’ come il Putignano. Che strada facendo e grazie ad una partenza a razzo, ha saputo ottenere un traguardo tanto prestigioso, quanto sorprendente. “Nessuno di noi si aspettava la qualificazione alla Final Eight, anche se alla nostra classifica mancano un paio di punti. In pratica abbiamo sbagliato solo una partita, quella con la Lazio – sottolinea – dove siamo rimasti in albergo. Per il resto ce la siamo giocata con tutti, anche con la Marca. Il merito? Non di un singolo giocatore, ma tutto il gruppo”. La somma di tanti giocatori che ha fa il totale. E i conti tornano. “Adelmo, Noro, Sant’Ana e Manzali hanno dimostrato di saper conoscere la categoria, ma anche Piffer, Fininho e Silveira in serie A ci stanno benissimo, così come tutto il gruppo. Bruno? Per me è uno dei giovani più promettenti e la convocazione in Nazionale è la dimostrazione del suo valore. Ma ripeto, non c’è stato un singolo giocatore migliore degli altri”. Il Putignano, dunque, con in mente sempre l’obiettivo del mantenimento della categoria sarà una delle magnifiche otto della Final Eight patavina. “Nessun pellegrinaggio – conclude Monopoli – faremo di tutto per ben figurare. La squadra è determinata, ce la giocheremo con tutti. Sarebbe bello arrivarci con una classifica tranquilla”.


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