Il Futsal a 360° - N° 3

Giovedì, 18 Novembre 2010
Vita da Ultras

Come comincia la giornata di un Ultras? Quanto tempo “pretende” quest’hobby durante la settimana? E quanto in funzione del Sabato? Come si organizza una trasferta? Perché nel Calcio a 11 il termine ULTRAS incute timore? Lo stesso vale anche nel mondo del Futsal?


24 ore con un Ultras. Viaggio a 360° alla scoperta di una nuova, e spesso sconosciuta, realtà del Futsal Italiano: il mondo degli Ultras! Sacrifici, amicizia e rispetto per gli altri. Quanto sono distanti, anche in questo caso, Futsal e Calcio? Ne abbiamo discusso con Claudio Venti (Brigata Biancazzurra - Montesilvano), Enzo Verde (100% Fans - Bisceglie) e Francesco Lopriore (Torcida Rossoblu - Putignano). Questo il loro racconto…




CLAUDIO VENTI
Montesilvano
Brigata Biancazzurra

Io, Ultras.
Gli Ultras sono i ragazzi che il Sabato vanno al palazzetto ad incitare la propria squadra. Solo questo. Non prendiamo come esempio o paragone quelli del Calcio a 11, perché le due cose per fortuna sono molto diverse. Noi del Calcioa5 siamo tutt’altro! Pensiamo solo ad organizzare il tifo della nostra squadra. La differenza più grande? Durante la partita ci possono essere i classici “sfottò”, ma a fine gara siamo tutti amici.

Io personalmente ho cominciato nel 2006, quando seguivo una squadra che si chiamava La Colonnetta e giocava in C1. Poi così quasi per caso, abbiamo cominciato a seguire il Montesilvano che era già in Serie A. Nel 2007 decisi di formare il gruppo Brigata Biancazzurra. Nel primo anno eravamo 50 tesserati. Ora tesserati non ce ne sono più, ma ogni Sabato ne siamo almeno in 150-200. In trasferta ci muoviamo in 30/40, almeno nelle partite più importanti che sono contro la Luparense, la Marca, la Lazio e il Bisceglie, con cui siamo gemellati. Chiaramente nella Finale dello scorso anno a Montebelluna ne eravamo in 150! Le squadre rivali? Le rivalità del mio club sono con Luparense e Lazio.

Il Gruppo.
La base portante del gruppo è formata da una decina di persone. Ci occupiamo dell’organizzazione delle trasferte, dei cori: siamo sempre vicini alla squadra. Ogni giorno seguiamo gli allenamenti dei ragazzi. Chiaramente esiste una gerarchia interna: io sono il capo. Il mio principale compito? Quello di fare “casino”! Tutto parte dalle mie direttive. L’ho creato io il gruppo: chi si vuole aggregare deve fare come dico io! Solitamente ci incontriamo tutti i giorni: o al Palazzetto, o male che vada ci aggiorniamo telefonicamente. Ma in linea di massima cerchiamo di essere presenti ogni santo giorno. Abbiamo due famiglie: una è in casa, l’altra al Palazzetto! Ci sono tanti ragazzi nel gruppo: l’età và dai 14 anni in su. Noi cerchiamo sempre di dare la giusta educazione, se poi durante una partita per il nervosismo scappa qualche parola grossa … beh, può capitare!

La Settimana.
Ci muoviamo tutti i giorni: dal Lunedì al Sabato. Una volta uno, una volta l’altro cerchiamo, come ho detto prima, di essere SEMPRE presenti al Palazzetto. A volte cerco di andare persino la mattina quando ci sono gli allenamenti. Spesso ho preferito spostare dei lavori, pur di stare con la squadra! L’importante alla fine è stare insieme, incontrarsi, discutere. La nostra Settimana è sempre piena.

Il Sabato.
Il Sabato solitamente comincia la mattina al bar. Parliamo del più e del meno, di come sarà la partita. Poi aspettiamo le 18. I ragazzi cominciano a venire alle 17.30. Ci prepariamo fuori ed entriamo tutti insieme. Ho un rito personale, si! Più che altro è il mio “urlo di battaglia”: IOOOP! Lo grido sempre al Palazzetto. Ho fatto persino le maglie con quella scritta dietro, e molti mi chiamano proprio così!

Il Sabato Perfetto.
Andare al Palazzetto, stare calmi e tranquilli e prendere la partita come viene. Se si vince ci esaltiamo; se perdiamo stiamo zitti e se pareggiamo cerchiamo di accontentarci. Non esiste un vero e proprio Sabato perfetto. Ogni partita e ogni Sabato hanno una storia a sé. Forse il Sabato più bello è stato quello dello scorso anno a Montebelluna: quando vincemmo il nostro primo tricolore. Si, quello fu un ULTRASABATO! Il primo tricolore è così, non si scorda mai! Aneddoto: alla prima in casa cominciammo con l’inno di Mameli, e fu molto emozionante. Alla seconda, in casa della Marca, non fu riproposto e ci rimasi molto male. Tant’è che in gara 3 cercai in tutti i modi di “obbligare” la Federazione! Non erano decisi, ma riuscii comunque a convincerli! Ci fu l’inno, e il match cominciò con 20 minuti di ritardo! Il resto è storia.

Ultras = Paura?
No, no, no! Nel Calcioa11 esistono gli ultras ma non è il nome che li rende cattivi. Quello dipende dall’educazione delle persone! Io mi sento ultras, ma sono molto buono. Non ho mai fatto male a nessuno, non ho mai litigato. Perché da noi è diverso? Io penso che molte responsabilità spettino al capo ultras. E’ lui che incita gli altri del gruppo a compiere azioni “cattive”. Il Calcioa11 comunque, non mi interessa! Non voglio nemmeno nominarlo! Io amo il calcioa5 e questa situazione per fortuna da noi non esiste! Nemmeno il nome Ultras è così diffuso tra noi. Io sono il capo della Brigata Biancazzurra: in fondo mi sento un Ultras, ma non ho questo “titolo”, diciamo così! Nel mondo del Futsal questi “ultras” sono tutti ragazzi buoni, padri di famiglia. E’ tutto diverso da noi. Si gioca la partita e c’è sempre chi vince e chi perde, ma in ogni caso a fine gara siamo tutti d’amore e d’accordo! Ci si scambiano magliette e regalini vari. Niente a che vedere con il Calcioa11, per fortuna!

Le 5 cose che non devono mai mancare in una trasferta.
1) Andare con il Cuore
2) Vincere
3) Elogiare sempre la tua squadra
4) Amare la persona che ti ha permesso di andare in trasferta
5) Ringraziare il Presidente che si mette a disposizione (sempre!) e ci dà un grande aiuto (anche economico) per le trasferte!





ENZO VERDE
Bisceglie
100% Fans Bisceglie

Io, Ultras.
Per Ultras si intende il tifoso della squadra che resta tale per tutta la settimana, a prescindere dai risultati o dalla categoria. Che si giochi in casa o in trasferta: lui è sempre e comunque vicino alla squadra. Legato dall'amore per quella maglia che ogni maledetto sabato si ritrova ad incitare! Io sono 5 anni ormai che seguo a ruota il mio Bisceglie, girando molti palazzetti d'Italia: da quello di San Martino di Lupari (PD) o Montebelluna (TV) a quello di Genzano (RM) o Perugia, passando per Pescara e Benevento! Ne ho viste di tutti i colori, sonore sconfitte e insperate vittorie, ma resto sempre e comunque al fianco della squadra.

Il Gruppo.
Il nostro gruppo non è tra i più numerosi ma negli anni siamo riusciti a farci rispettare ovunque per le nostre quasi onnipresenti apparizioni. Dalla nostra abbiamo una grande organizzazione. Ognuno nel gruppo ha un suo ruolo: ci sono addetti al tamburo e alla "voce", addetti alle bandiere. Ma non è tutto qui, infatti ci sono anche ragazzi addetti ai rapporti con le società e con la Divisione per l'organizzazione al meglio delle trasferte. Non abbiamo nessuna rivalità con le altre squadre o tifoserie. Siamo, invece, gemellati con la Curva Sud Augusta e la Brigata Biancazzurra di Montesilvano.

La Settimana.
In una settimana tipo, quest'hobby non ci occupa tanto tempo dato che siamo tutti studenti e lavoratori. Le riunioni avvengono spesso in orario di allenamento della squadra, direttamente al PalaDolmen. Solo quando ci sono partite di cartello e quindi c'è da organizzare qualche coreografia si fanno maggiori incontri. Per quanto riguarda le gerarchie, beh, non abbiamo capi ma le decisioni vengono presse da un ristretto direttivo: la vecchia guardia.

Il Sabato.
Il Sabato per noi Ultras è come la Domenica per un Cristiano: il nostro giorno sacro. Molto spesso la tensione si fa sentire già dal giorno prima. Il Sabato mattina, finite le proprie faccende personali, ci si ritrova al Bar Meeting per sistemare gli ultimi dettagli sul da farsi. Dopo pranzo libero e appuntamento a 1 ora e mezza prima del fischio d’inizio presso il PalaDolmen, pronti ad incitare la squadra.

Il Sabato Perfetto.
Il sabato perfetto per un Ultras lo si vive sia quando si ottiene una supremazia in campo, ma in maggior modo sugli spalti. È gratificante, infatti, quando fuori casa, al termine dei 40 minuti, gli avversari vengono a farti i complimenti. Ricordo come fosse ieri gara 3 delle semifinali Scudetto 2010 giocata a Montebelluna (TV) contro la Marca Futsal, e persa ai tempi supplementari (5-3). Dopo una partita dominata c'erano tutti i giocatori avversari e tutto il pubblico di casa a farci i complimenti.

Ultras = Paura?
Nel fratello maggiore calcio a 11, l'Ultras è inteso in senso negativo da quando lo Stato ha iniziato a reprimere con forza questo movimento in seguito ad atti di violenza che, seppur fino ad allora sporadici, erano presenti in questo mondo. Tutto ciò non è ancora avvenuto nel calcio a 5 e speriamo non si verifichi mai!

Le 5 cose che non devono mai mancare in una trasferta.
1) Lo striscione identificativo del gruppo
2) Il materiale del gruppo addosso ad ogni Ultras (sciarpa, maglia,..)
3) La grinta
4) Il rispetto per gli avversari
5) E infine tanta birra





FRANCESCO LOPRIORE
Putignano
Torcida Rossoblu

Io, Ultras.
Per Ultras si intende aggregazione, amicizia, passione, semplicità, fraternità, rispetto e lealtà! Ultras è la fantasia di chi vive ogni giorno per sostenere un ideale, oltre che la propria squadra. Ultras non significa violenza, ma passione! La mia avventura, che poi sarebbe anche quella degli altri, è cominciata per gioco. Era un modo per stare insieme agli amici e passare un po’ di tempo in allegria.

Il Gruppo.
Attualmente il gruppo è composto da una decina di elementi, dove ognuno ha un suo compito specifico. A questi 10 se ne aggiungono altri 50 che finalizzano le idee dei primi. C’è una piccola gerarchia interna che prende le decisioni, ma tutti possono esprimere il proprio pensiero. Da quest’anno c’è anche un gruppo Femminile che ci affianca: conta circa 20 ragazze e prendono il nome di Torcida Girls! Come Gruppo il nostro unico gemellaggio è con il Giovinazzo. Abbiamo rispetto per la tifoseria del Bisceglie e l’unica rivalità, se così si può chiamare visto che hanno sempre perso, è con il Modugno.

La Settimana.
Ci incontriamo spesso durante la settimana. Abbiamo la fortuna di avere un luogo di ritrovo al centro del paese che ci fa anche da sponsor: “Giglio Nero”. Il tempo che dedichiamo a questa passione dipende soprattutto dall’importanza dell’evento. E’ normale che più è importante un evento, più tempo impiegheremo per crearne una degna cornice. Momenti topici non ce ne sono. Forse solo il Sabato mattina quando si decide cosa fare e quale materiale usare.

Il Sabato.
Come detto poco fa, il Sabato mattina ci incontriamo per ultimare il tutto. Poi si pranza insieme prima delle partite più importanti, e si va al PalaFive. Ognuno di noi ha i propri riti scaramantici: sciarpa indossata in una certa maniera, stesso posto in tribuna, indumenti vari. Il mio rito personale è quello di dare, prima dell’inizio del match, la nostra sciarpa al portiere.

Il Sabato Perfetto.
Bisogno ricordare una cosa importante: la squadra va sostenuta sempre! Indipendentemente dal risultato e dal luogo dove si giochi.

Il nostro Sabato perfetto è stato certamente il Sabato della promozione in A. La giornata cominciò molto presto, alle 9 del mattino. A quell’ora c’erano già tante persone in giro: qualcuno che camminava nervosamente e altri che erano al bar. Del resto è normale, in certe occasioni l’adrenalina non manca! Ci rechiamo al PalaFive per preparare tutto il materiale, e per dare un’ultima occhiata alla coreografia da mostrare durante la partita. Nel frattempo arrivano le prime birre e le ruote di focaccia per stemperare un po’ la tensione. Ora di pranzo: alle 13.00 tutti con i “piedi sotto al tavolo”: intoniamo i primi cori della squadra. Poi, tra una forchettata e un bicchiere di birra, partono i primi ritornelli (rigorosamente in dialetto putignanese!). Si scherza e si ride, ma l’adrenalina è più forte di noi: sale sempre di più. Finito di pranzare c’è che si ferma a fumare una sigaretta, chi beve il caffè, chi l’amaro: ordinaria amministrazione insomma. C’è, però, anche chi SCAPPA frettolosamente in bagno: beh, la tensione fa brutti scherzi! Via, tutti al PalaFive! L’adrenalina, ormai a tremila, coinvolge tutti. Entra la squadra per il riscaldamento, partono i primi cori. Nel frattempo il giro di birre continua senza soste (ovviamente). Entrano gli avversari: i fischi riempiono il palazzetto. L’apice dell’adrenalina arriva a pochi istanti dall’inizio del match, quando le due squadre si presentano al centro del campo. Nessuno scherza più: tutti pensano esclusivamente ad incitare la squadra del cuore. Tutti pronti a cantare e battere le mani fino alla fine! Nell’aria percepiamo qualcosa di positivo. Mi riferisco al match dell’anno prima: tutti, sentiamo che questa volta finirà in modo diverso. Comincia anche la nostra partita: la squadra avversaria sembra stordita dal nostro tifo. Dopo appena 10 minuti, infatti, prendono i primi 3 gol. Il tifo aumenta, le birre pure: il traguardo si avvicina. Minuti finali. Siamo tutti in piedi, a contare i secondi che ci separano dalla fine. Arriva il triplice fischio finale: è finita, davvero! Si scatena il caos. Tutti in campo ad abbracciarsi: vola di tutto. C’è chi piange di gioia, chi si “accappotta” per terra, chi si stringe in un lunghissimo abbraccio. Emozioni indescrivibili. Lasciato il PalaFive, la festa continua in centro fino a notte fonda. Nessuno ancora, si è reso realmente conto di quale meravigliosa pagina questa squadra stava scrivendo per tutta la città. Dopo fiumi di birra e spumante torniamo a casa, stanchissimi! Nei nostri cuori un pensiero, che ci aveva sempre accompagnato durante la giornata, a partire dalle 9 di mattina: GRAZIE MASSIMO!


Ultras = Paura?
Molti (soprattutto voi giornalisti) ancora non hanno capito (o forse non vogliono capire!) cosa significhi ULTRAS. Gli Ultras prima di tutto non hanno capi o presidenti. Hanno solo dei riferimenti. Sono l’incarnazione e la manifestazione della forza e dell’orgoglio della città di appartenenza. Noi siamo tifosi, non delinquenti! Siamo rimasti “l’ultimo grido di libertà”! I veri ultras non sono lame. Quelli, i facinorosi, non chiamateli più Ultras perché non lo sono! Come nel Calcio a 11, credo sia la stessa cosa anche nel Calcio a 5.

Le 5 cose che non devono mai mancare in una trasferta.
1) Sciarpa al collo
2) Fiumi di birra
3) Colore
4) Calore
5) Passione





NOVEMBRE
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4. Mercoledì 24 Novembre. “Vita da Addetto Stampa. Il Sabato sera in compagnia del Pc”



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