Menu
Asd Noci, intervista a Mansueto

A causa delle elezioni del direttivo del Comitato Regionale Puglia, la serie C1 posticipa la sua prima giornata di ritorno. Le otto gare sono spezzettate in tre giorni: all’Asd Noci toccherà chiudere il turno in trasferta contro il Virtus Mola. La sfida salvezza si disputerà mercoledì 14 alle 21 presso il palazzetto “Sandro Pertini” di Noicattaro, a causa dell’indisponibilità del PalaPinto di Mola. Nella giornata di oggi amichevole per gli uomini di mister Amoruso: avversari i cugini dell’Azzurri Noci, serie C2 girone C. 5-2 il risultato in favore dei biancoverdi, grazie alla doppietta di Roganti, alle reti di Quiete e Plantamura e ad un autogol. Dopo un primo tempo brutto, il Noci nella ripresa ha aumentato i ritmi, seguito al meglio le indicazioni di Amoruso, trovando la rete o comunque il tiro con più facilità. Assente Di Giuseppe per motivi di lavoro, che non ci sarà anche a Mola poiché è squalificato. Da verificare nell’allenamento di rifinitura di martedì le condizioni di De Marinis, fermatosi dopo un quarto d’ora per una botta al ginocchio.
Abbiamo tastato il polso della situazione attraverso le parole del numero uno Leonardo Mansueto.
Ciao Leonardo, partiamo dall’amichevole di oggi. Che ne pensi della prova della squadra?
Il primo tempo non è stato dei migliori, abbiamo giocato sotto ritmo e questo il mister ce l’ha fatto notare all’intervallo, chiedendoci maggiore impegno ed applicazione. Nel secondo tempo la squadra si è mossa meglio, soprattutto i primi dieci minuti, è parsa più sciolta ed abbiamo creato molte occasioni, segnando anche.
Mercoledì c’è il Virtus Mola. Che partita sarà?
Sarà senz’altro una partita difficile. Tutte e due le squadre hanno bisogno di punti, loro sono sei punti davanti a noi e perdere significa allontanarsi da una delle squadre su cui dobbiamo fare la corsa per salvarci. Dobbiamo sempre sperare che le altre non corrano insieme a noi, ma noi siamo obbligati a farlo. In più c’è l’incognita del palazzetto di Noicattaro, sul quale molti di noi non hanno mai giocato.
È un po’ la domanda che si fanno tutti: può l’Asd Noci raggiungere la salvezza?
Alla provvidenza non ci sono limiti. Salvarsi senza giocare i playout, visto il girone di andata è un po’ ambizioso ed affatto facile. Bisogna avere un ritmo promozione, come quello dell’Effe.Gi. e delle altre in testa. Raggiungere la salvezza con i playout non è sicuro perché bisogna vedere le retrocessioni dalla serie B. Inoltre, bisogna fare attenzione al Brindisi, che sta risalendo bene: ha ingaggiato Lino Pisconti, bomber di razza e due anni fa capocannoniere del campionato di serie C1. E’ un gruppo di giocatori esperti, molti hanno giocato in B lo scorso anno e la loro classifica è bugiarda, così come è bugiarda la classifica di alcune squadre che hanno raccolto più di quello che permettono le loro potenzialità. Dobbiamo, però, crederci: ci sono 15 partite e 45 punti in palio.
Dalla prima giornata di andata alla prima di ritorno cosa è cambiato?
Innanzitutto sono cambiati gli obiettivi. Ad inizio stagione c’era l’illusione di poter raggiungere determinati obiettivi, ma ho sempre avuto la sensazione che questa squadra non fosse da playoff. È una squadra che poteva fare bene, ma che non ha giocatori di livello, che hanno vinto tanto, tuttavia ha reso molto meno del previsto. Questo campionato non ha un livello altissimo: è, comunque, un campionato difficile e lungo, per cui bisogna avere anche una rosa attrezzata. Le vittorie in casa all’inizio ci hanno permesso di galleggiare, poi quando sono mancate anche queste siamo stati risucchiati. I risultati negativi hanno portato anche al cambio del mister. Si spera che nel 2009 ci sia il cambio di rotta.
Sei il giocatore più esperto di questa squadra, diciamo il grillo parlante, la coscienza di questo gruppo. Quali sono i problemi del Noci? A livello di gioco o di chimica di squadra?
Sono emersi tanti problemi, altrimenti non saremmo in tredicesima posizione. La squadra è mancata di personalità in tante situazioni. Abbiamo creato molte palle-gol, non sfruttandole e questi sono errori pesanti, pensando che abbiamo perso partite con un gol di scarto, così come vittorie che potevano essere conquistate un po’ più tranquillamente. La scarsa concretezza non significa solo sfortuna; significa che c’è anche qualche lacuna, che magari ci avrebbe portato qualche altra vittoria: per esempio, contro il Fasano nella gara di ritorno dei quarti di Coppa Italia abbiamo segnato solo due gol, pur avendo avuto sette-otto occasioni da gol nitide. Aggiungiamoci anche errori difensivi, con qualche contropiede di troppo subito. Qualche colpa la ho anche io: in questo periodo bisogna anche essere autocritici, assumersi le proprie responsabilità. Nessuno può dire di non c’entrare niente.
Hai iniziato la stagione con qualche problema fisico, saltando anche qualche partita. Dopo sei rientrato e hai dimostrato il tuo valore, fornendo buone prestazioni e togliendo molto spesso le castagne dal fuoco con le tue parate.
Purtroppo mi porto dietro dall’inizio della stagione problemi fisici, che non mi consentono di allenarmi bene. Forse si inizia a sentire anche l’età e non è più semplice recuperare. Per quanto riguarda le mie prestazioni, credo sia mortificante compiere tante parate e poi perdere la partita. È brutto e ti rendi conto che non serve a niente ciò che fai in campo. Comunque siamo una squadra, se retrocederemo, retrocederò anche io, se ci salveremo, mi sarò salvato anche io. Ci tengo molto a fare bene quest’anno perché non ho mai giocato a calcio a 5 nel mio paese, e non voglio lasciare un brutto ricordo della mia esperienza con la maglia del Noci.
Gli anni sono ormai 33: in un futuro prossimo ti vedi ancora sul campo di gioco?
Quest’estate ho scelto Noci anche per motivi familiari e lavorativi. Sono diventato papà e non me la sentivo di giocare fuori. Ciò non significa che gli stimoli siano inferiori, anzi. Io vorrei continuare a giocare, prima vorrei risolvere i problemi fisici che mi attanagliano e non vorrei uscire totalmente da questo mondo, anche perché è difficile per uno abituato a fare sport. Magari non sarà calcio a 5, ma mi dedicherò alla palestra o al nuoto.
Prima parlavi del cambio dell’allenatore. Com’è mister Mimmo Amoruso?
Ha una grande personalità. Di questo la squadra può trarne beneficio. Quando ho iniziato a giocare a calcio a 5, si sentiva parlare di Mimmo Amoruso come di un’icona, un’istituzione. Era molto conosciuto, inoltre si iniziavano a vedere le prime partite in tv e lui con il suo Latte Perla Bari era capace di cambiare il volto di una gara. Anche il mio primo allenatore di calcio a 5, Corrado Napolitano, mi parlava molto di lui. È una persona carismatica, che conosce e tutti, giovani e non, abbiamo molto da imparare da lui, soprattutto dal punto di vista tecnico. Non dimentico Michele D’Onghia: si sa, a pagare è sempre l’allenatore, è sempre lui il capro espiatorio. Però, e torno al discorso precedente, se i giocatori non concretizzano le occasioni avute la colpa non è proprio dell’allenatore. E nella nostra situazione siamo tutti responsabili, dal presidente ai giocatori, non solo il coach.
Oggi si eleggono i rappresentanti del Comitato Regionale Puglia. Secondo la tua esperienza, dove potrà arrivare il futsal pugliese e non?
È sicuramente uno degli sport in maggiore ascesa. Anche grazie ai mass media: la partita al sabato su RaiSport Più, ma anche Imagross Sport sul digitale terrestre ha provocato grande interesse a livello locale. C’è un problema importante, che è quello degli stranieri. Certo, aumentano il livello del futsal italiano, anche l’italiano che gioca accanto a lui impara molto. Prima giocava a calcio a 5 chi abbandonava quello a 11 e non c’erano stranieri. Ora stanno nascendo le scuole calcio, ma i giovani che emergono sono chiusi da questi brasiliani o argentini, soprattutto. A me gli stranieri hanno dato tantissimo, da tutti i punti di vista, però ora per un italiano non è facile venir fuori, basta vedere la nazionale italiana. I ragazzi italiani ora sono i tre under obbligatori nei dodici a referto, eppure si iniziano a trovare stranieri anche lì. Tornando a livello generale, credo che il futsal non rimarrà un’isola felice e dovrà fare i conti con la crisi. Se questa ha colpito la Formula 1, figuriamoci se non colpirà uno sport minore come il calcio a 5, tra l’altro dilettantistico.
Ultima domanda: un pronostico per la gara di mercoledì?
Mi auguro ci sia un risultato positivo. La squadra ha bisogno di fiducia e di trovare continuità. Una continuità positiva e non negativa, come quella delle ultime gare. Bisogna cambiare atteggiamento, questo è un po’ remissivo, come se ci si è abituati a questo trend di sconfitte. Ripeto, mi auguro un risultato positivo: se questo non ci sarà, spero che ci sia una crescita della squadra, anche se ora è più importante vincere, e pazienza se il gioco non sarà bellissimo.
Sergio Palazzi