La Focus va a Bisceglie con una Belen in più

Sabato, 15 Gennaio 2011
Le rossonere ritrovano la spagnola Ana Belen Aguilera Caballero e vanno a Bisceglie con l'obiettivo di portare via punti. Il tecnico Gianni Valente avvisa: «si vince rimanendo umili».

FOGGIA, 15 Gennaio 2011 - Domani alle ore 11 si giocherà l'ottava giornata del campionato di calcio a 5 femminile regionale. Nel girone A la capolista Focus Foggia è attesa in terra barese per affrontare il Team Bisceglie Girl. Le rossonere riabbracceranno Ana Belen Aguilera Caballero, la pivot spagnola già autrice di quattro reti in questo avvio di campionato in altrettante partite disputate. Il match testerà ancora una volta lo stato psico-fisico delle ragazze di Valente. Il tecnico, nonostante la posizione in classifica indichi la Focus come capolista incontrastata del torneo con un sonoro più cinque sulle inseguitrici, non smarrisce la bussola del campionato e predica umiltà: «Fino ad oggi abbiamo fatto qualcosa di bello ed importante ma dobbiamo continuare ad impegnarci come abbiamo sempre fatto. L'umiltà e la dedizione nel lavoro devono continuare ad essere le nostre migliori armi. Contro il Team Bisceglie Girl non sarà una gara semplice. Loro daranno il massimo in campo per vincere e noi non dovremo essere da meno. Per continuare a fare bene in questo campionato servirà costanza nell' applicazione degli schemi». Queste le altre gare della giornata: Adelfia in movimento – torre Pino Spinazzola; DTB Molfetta – Arcadia Bisceglie; Pink Futsal Giovinazzo – Pellegrino Sport C5; Queens – Atletico Modugno.



LA FOCUS COME IL FOGGIA DI ZEMAN: VINCE ED HA 21,5 ANNI

La squadra di Gianni Valente ha molte analogie con l'undici di Zeman. Tra queste l'età media pari a 21,5 anni ed il carattere vincente. Solo una calciatrice supera i 27 anni. Cinque le under 20.

FOGGIA, 15 Gennaio 2011 - Quanto è bello il calcio. Si può praticare ovunque, semplicemente arrotolando dello scotch attorno ad una pallina di carta straccia. Serve solo un amico e due cartelle per fare i pali della porta. Porte speciali, di quelle che ogni tiro alto più di un metro e mezzo accende gli animi dei giocatori per decidere se l'immaginaria traversa fosse stata superata o meno. Partite alla buona ma divertenti, da far tornare a casa i bambini con un sorriso a trentadue denti sul volto, fieri nel mostrare un ginocchio sbucciato sul cemento e la brecciolina dell'improvvisato terreno di gioco. Un ginocchio sanguinante, dolce ricordo del gol che ha permesso di vincere la partita. Il calcio è bello da guardare, allo stadio, in televisione, sopra un ponte mentre al di sotto dei ragazzini si contendono un “super santos” arancione, di quelli che le linee nere non combaciavano mai con i solchi. Chi non ha mai provato a ridisegnarle col pennarello? Il calcio è illogica poesia, incontrollabile emozione, incomprensibile nei suoi effetti a causa delle mille variabili a cui è soggetto. Chi mastica di questo sport sa bene che niente è preventivabile, niente è scontato, tutto è possibile. I saggi del pallone sanno bene che in assenza di regole precise, la cosa più semplice da fare è provare a seguire le proprie convinzioni, martellandoci sopra con ostinata cocciutaggine, per riuscire a trasformarli da convinzioni in certezze. Così ha fatto la Focus Foggia, capolista del girone A del campionato FIGC di calcio a 5 pugliese, squadra rossonera ma con la tuta blu addosso, quella operaia tutta sudore e aloni neri sulla pelle, ad immagine e somiglianza del tecnico Gianni Valente, uomo “moncherì”: tanto duro fuori quanto buono al suo interno, nel suo animo. Adopera con saggezza il bastone e la carota, o se preferite, la foggianissima “mazz e panella”, che nel nostro caso... fa le calciatrici belle. Belle, vincenti e giovani. Eh già, perché tra i tanti meriti di questa società con Pomarico e Maffei in testa, del direttore sportivo Pino Citarelli (a proposito, ieri era il suo compleanno, auguri!) e dello staff tecnico composto da Valente e Casolaro, c'è quello di aver allestito, amalgamato e ben direzionato una macchina dagli ingranaggi sin qui perfetti e dall'età media bassissima. Udite e strabuzzate gli occhi, perché le “monelle” di Valente hanno la media età di 21,6 anni. Per capire la portata e l'importanza del lavoro svolto da tutte le componenti fino ad oggi basta pensare che la “mamma” del gruppo, Cristina Mustaccioli, è l'unica al di sopra dei 27 anni. Sulle linee e le diagonali disegnate in panchina dal tecnico, viaggiano come treni sui binari calciatrici dal futuro radioso. Il riferimento va alla sedicenne Norma De Lio, capocannoniere della squadra con i suoi 13 gol. Chissà cosa penserebbe Zinedine Zidane vedendola sgusciare come suo solito tra un nugolo di avversarie, magari con una raffinata veronica, suo marchio di fabbrica. Con lei crescono e promettono anche le diciassettenni Meola, Grella e Croella, la diciannovenne Claudia Di Iasio nonché la piccolissima ma caparbia Chiara Magaldi. Il duo difensivo Monaco – Porcelli, invece, con i suoi ventidue anni, sembra affilare le unghie sul prossimo futuro. I miglioramenti costanti accrescono ancor di più la fiducia nei loro mezzi. Potenzialità enormi che attendono di essere premiate dai risultati. In questa stagione, inoltre, si stanno mettendo in mostra le brave Carmen Ferramosca (21) e Lucia Cece (23). Ragazze che vanno ad aggiungere la loro bravura alla classe delle “vecchiette” del gruppo. Di ventiseienni, infatti, se ne contano ben quattro: Cristina Maffei, Renata Caputo, Mary Camarda, Ana Belen Aguilera Caballero. Un gruppo di brave ma soprattutto esperte ragazze, in grado di conciliare il momento psicofisico più prolifico della loro carriera con un palmares professionale che vanta già centinaia di partite ad alti livelli. La “loca” spagnola, come se non bastasse, nel suo borsone porta un prestigioso trofeo internazionale, avendo stravinto il campionato europeo UEFA under 19 con la maglia della Spagna. La cosa più bella della sua esperienza all'europeo? Il non averlo mai fatto pesare a nessuno nello spogliatoio, impegnata a dare scherzosamente del “cabrones” alle compagne. Adesso che ci pensiamo, questa Focus somiglia tanto al Foggia di Zeman, distante fisicamente seicento, settecento metri dal piccolo campo di Santo Spirito. Lì, sul verde immenso dello Zaccheria, corrono e si divertono dei ragazzi la cui età media è 21,5 anni (tu guarda un po'), guidati da un tecnico dalle idee chiare, tanto duro e imperscrutabile in panchina quanto insolitamente allegro e divertente nei momenti di relax, coadiuvato dall'esperienza di uno come Peppino Pavone, capace di adocchiare un talento tra mille in un improvvisato campo di periferia, un po' come ha fatto il buon Pino Citarelli con la funambolica Norma. Il tutto guidato dalla vulcanica esperienza di Pasquale Casillo, ben incarnato per amore ed attaccamento ai colori sociali, dalla “biade” Pomarico – Maffei. Brava, giovane Focus



UFFICIO STAMPA ASD NUOVA FOCUS CALCIO FOGGIA
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