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Intervista a Felipe Manfroi

Quando il campo è terreno di lotta sotto i riflettori e gli occhi di chi acclama, e quando è vuoto, a fari spenti, con il solo eco della fatica e dell’allenamento, Felipe è il primo, e Felipe è l’ultimo.
Felipe Manfroi, classe 1986, destro naturale, universale in campo. Nasce a Garibaldi, Rio Grande Do Sul, in cui cresce e vive fino a quando…
- Fino a quando ho fatto la valigia e son partito per Perugia. Lì son rimasto tre mesi per questioni burocratiche, e poi son passato a Polignano, per due stagioni. Dopo…beh, son qui.
Tu Felipe hai giocato lì a Polignano insieme al tuo compagno di squadra Edu, lì eri parte del tuo gruppo, leader o umile servitore…ma qui? Cosa rappresenta questa realtà per te? Chi sei qui?
- Per me tutti sono ugualmente importanti in un gruppo, ognuno con le sue qualità. Io lavoro sempre e solo con lo scopo di migliorarmi. Le qualità personali non vengono regalate da Dio, ma arrivano col lavoro, col sudore, l’allenamento.
Il primo anno lì eravamo 5, ma eravamo in A2 quindi giocavamo sempre in 5 o 6. Io comunque ho sempre giocato un alto minutaggio, pur essendo pochi. Stessa cosa lo scorso anno, giocavo tutti i 40 minuti.
Attualmente sei CAPOCANNONIERE del girone, con 16 reti all’attivo, seguito da Bruno e Da Silva. Ritieni che quello dei gol sia un convincente cartellino da visita?
- Io sono capocannoniere anche perché la mia squadra ha tanta qualità, e se segno è perché i miei compagni me ne danno la possibilità. In qualsiasi squadra io giochi devo trarre dagli altri il mio miglioramento; se non cresco nel gruppo, da solo non arriverò da nessuna parte!
..e il tuo rapporto col pubblico Felipe?
- Il pubblico mi piace ogni volta di più. All’inizio eravamo tutti nuovi, ora ci conoscono. Io sono uno dei dodici! Voglio aiutare la mia squadra a vincere, non pensando a me come individualità, ma come gruppo.
L’umiltà ti rende ancora più grande Felipe, ma i numeri parlano…tu segni, e anche tanto!
- Io in realtà son sempre stato un giocatore atto a fare molti assist, ho sempre fatto da organizzatore in campo, ma se ho l’opportunità faccio anche gol, certo. Serve per crescere no? E per farlo ho bisogno di un livello alto di gioco. Se poi segno, ma il livello non è come lo intendo io, allora i gol non vogliono dir nulla. Qui sto bene però, si può imparare tanto.
Chi ha avuto modo di vederti giocare conosce la tua grinta, il tuo carattere in campo.
Raccontacelo, e raccontati.
- Sempre stato grintoso, per me non esiste palla persa. Se sto vincendo di molti gol, o perdendo di molti gol, gioco allo stesso identico modo, e non perdo mai la concentrazione. Mi serve per poter affrontare qualsiasi avversario o difficoltà. Anche nella vita sono così.
Ho potuto notare, Felipe, che in questo campionato si parla di te; sei “forte” per chi ti conosce, sei “una curiosità”, o “preoccupazione” volendo ironicamente esagerare, per chi ti aspetta.
E’ una responsabilità? O uno stimolo?
- Ma non cambia niente per me. Se segno o no, non cambia il modo di reagire in campo. Tutte le partite sono una incognita; oggi sto bene, domani no. E se accade vedi come cala l’ammirazione per te! Quindi affronto ogni partita come fosse quella decisiva; per me è uno stimolo bellissimo, e prima delle critiche degli altri mi interessa la mia. Non posso giocare tutte le partite al 100%, ma almeno la grinta e la voglia di Felipe, quelle si che posso mettercele!
Quali sono per te le caratteristiche che un giocatore dovrebbe avere per affrontare questo campionato, intendo questo girone in particolare?
-Beh, penso innanzitutto a una buona marcatura. Con questo pensiero hai già giocato metà partita. La tattica si, ma la tecnica di più. Con buona tecnica e ritmo veloce, hai una grossa marcia in più. In questo livello intermedio ancora non tutti sfruttano la velocità.
Che ti aspetti da te Felipe?
- Tanto. Non ho ancora vissuto niente! Tutto ancora da imparare, ma ho voglia di farlo, e penso che nella vita, se uno si pone i suoi obiettivi dinanzi, riesce in tutto!
Felipe è brillante, trascinatore indiscusso di compagni e seguaci, e oltre ad esperienza e abilità da vendere, ha tanto coraggio e forza dentro e fuori. Un uragano della natura, instancabile in salita, umile curioso e affamato della vita nella discesa.
Va avanti Felipe, noi ti seguiremo sempre!
Di Ornella Amato
Felipe Manfroi, classe 1986, destro naturale, universale in campo. Nasce a Garibaldi, Rio Grande Do Sul, in cui cresce e vive fino a quando…
- Fino a quando ho fatto la valigia e son partito per Perugia. Lì son rimasto tre mesi per questioni burocratiche, e poi son passato a Polignano, per due stagioni. Dopo…beh, son qui.
Tu Felipe hai giocato lì a Polignano insieme al tuo compagno di squadra Edu, lì eri parte del tuo gruppo, leader o umile servitore…ma qui? Cosa rappresenta questa realtà per te? Chi sei qui?
- Per me tutti sono ugualmente importanti in un gruppo, ognuno con le sue qualità. Io lavoro sempre e solo con lo scopo di migliorarmi. Le qualità personali non vengono regalate da Dio, ma arrivano col lavoro, col sudore, l’allenamento.
Il primo anno lì eravamo 5, ma eravamo in A2 quindi giocavamo sempre in 5 o 6. Io comunque ho sempre giocato un alto minutaggio, pur essendo pochi. Stessa cosa lo scorso anno, giocavo tutti i 40 minuti.
Attualmente sei CAPOCANNONIERE del girone, con 16 reti all’attivo, seguito da Bruno e Da Silva. Ritieni che quello dei gol sia un convincente cartellino da visita?
- Io sono capocannoniere anche perché la mia squadra ha tanta qualità, e se segno è perché i miei compagni me ne danno la possibilità. In qualsiasi squadra io giochi devo trarre dagli altri il mio miglioramento; se non cresco nel gruppo, da solo non arriverò da nessuna parte!
..e il tuo rapporto col pubblico Felipe?
- Il pubblico mi piace ogni volta di più. All’inizio eravamo tutti nuovi, ora ci conoscono. Io sono uno dei dodici! Voglio aiutare la mia squadra a vincere, non pensando a me come individualità, ma come gruppo.
L’umiltà ti rende ancora più grande Felipe, ma i numeri parlano…tu segni, e anche tanto!
- Io in realtà son sempre stato un giocatore atto a fare molti assist, ho sempre fatto da organizzatore in campo, ma se ho l’opportunità faccio anche gol, certo. Serve per crescere no? E per farlo ho bisogno di un livello alto di gioco. Se poi segno, ma il livello non è come lo intendo io, allora i gol non vogliono dir nulla. Qui sto bene però, si può imparare tanto.
Chi ha avuto modo di vederti giocare conosce la tua grinta, il tuo carattere in campo.
Raccontacelo, e raccontati.
- Sempre stato grintoso, per me non esiste palla persa. Se sto vincendo di molti gol, o perdendo di molti gol, gioco allo stesso identico modo, e non perdo mai la concentrazione. Mi serve per poter affrontare qualsiasi avversario o difficoltà. Anche nella vita sono così.
Ho potuto notare, Felipe, che in questo campionato si parla di te; sei “forte” per chi ti conosce, sei “una curiosità”, o “preoccupazione” volendo ironicamente esagerare, per chi ti aspetta.
E’ una responsabilità? O uno stimolo?
- Ma non cambia niente per me. Se segno o no, non cambia il modo di reagire in campo. Tutte le partite sono una incognita; oggi sto bene, domani no. E se accade vedi come cala l’ammirazione per te! Quindi affronto ogni partita come fosse quella decisiva; per me è uno stimolo bellissimo, e prima delle critiche degli altri mi interessa la mia. Non posso giocare tutte le partite al 100%, ma almeno la grinta e la voglia di Felipe, quelle si che posso mettercele!
Quali sono per te le caratteristiche che un giocatore dovrebbe avere per affrontare questo campionato, intendo questo girone in particolare?
-Beh, penso innanzitutto a una buona marcatura. Con questo pensiero hai già giocato metà partita. La tattica si, ma la tecnica di più. Con buona tecnica e ritmo veloce, hai una grossa marcia in più. In questo livello intermedio ancora non tutti sfruttano la velocità.
Che ti aspetti da te Felipe?
- Tanto. Non ho ancora vissuto niente! Tutto ancora da imparare, ma ho voglia di farlo, e penso che nella vita, se uno si pone i suoi obiettivi dinanzi, riesce in tutto!
Felipe è brillante, trascinatore indiscusso di compagni e seguaci, e oltre ad esperienza e abilità da vendere, ha tanto coraggio e forza dentro e fuori. Un uragano della natura, instancabile in salita, umile curioso e affamato della vita nella discesa.
Va avanti Felipe, noi ti seguiremo sempre!
Di Ornella Amato
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