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Serie B - Fuente Foggia: ritorno a casa..con furore

Fuente Foggia, ritorno a casa..con furore
Ecco le prime impressioni di Alberto Laccetti, “figliol prodigo” fuentino. Ce n’è per tutti: il passato, il presente, il futuro..e la maglia azzurra.
Se all’attivo ormai si hanno una stagione di serie B giocata a buoni livelli a Matera, l’esperienza maturata già nell’under 21, e diverse convocazioni nella nazionale italiana under 21 di Raoul Albani, tornare nella città e nella squadra che diede vita a tutto ciò, non può che essere un’emozione. Ed è così anche per Alberto Laccetti, talentuoso laterale foggiano, classe 1989, che quest’anno è tornato alla corte di mister Grassi, il tecnico che gli è rimasto da sempre nel cuore, «perché mi ha fatto scoprire il calcio a 5», e che racconta così il suo ritorno a casa: «E’ stato come tornare a giocare per e con la propria squadra del cuore. E’ stato solo questo il motivo che mi ha spinto a tornare a giocare qui, nonostante avessi ricevuto diverse altre offerte, anche da categorie superiore. E non ti nascondo che il sabato contro il Barletta, durante il riscaldamento prepartita, ho avuto letteralmente i brividi. Tutta quella gente sugli spalti, poi, ti carica davvero.» E proprio dal pubblico foggiano che è arrivata la prima sorpresa per Alberto: «Non mi aspettavo di vedere un pubblico così numeroso. Ho giocato in molti palazzetti lo scorso anno, ma in nessuno ho trovato quest’atmosfera. E questo mi mancava soprattutto di Foggia.» Ma rispetto ai primi anni in casacca Fuente, in cosa è cambiata la squadra del presidente Tiso? «Quando sono andato via, la Fuente era già una squadra molto attenta, composta da veri professionisti. Con l’arrivo del presidente Tiso e del suo vice Di Gianni, credo si sia fatto il salto di qualità: i dirigenti sono presenti per tutta la settimana e mostrano il loro attaccamento al gruppo e alle sorti della squadra. I passi si fanno un po’ alla volta, e la strada intrapresa da loro sicuramente sta già dando i frutti. Certo, se a Foggia fosse più facile fare sport, potremmo fare tutti di più.» E’ inevitabile, così, toccare il tasto dolente della disponibilità del “Pala DaVinci” per gli allenamenti dei Blancos, che ha messo a serio rischio anche la possibilità di disputare lì il campionato di serie B: «Per me giocare in una città vicina, tipo Manfredonia, non sarebbe lo stesso, non avrei gli stessi stimoli, e il nostro pubblico non potrebbe starci vicino con tutto il suo calore. Perciò, spero vivamente che si riesca a far crescere questa nostra realtà nei nostri confini cittadini.»
E quella Fuente è una realtà che difficilmente, ora, potrebbe parlare una lingua diversa da quella di mister Miki Grassi, che fece crescere Alberto nei primi anni dell’avventura Fuente: «Il mister è, per me, il migliore. Mi ha fatto scoprire il calcio a 5, me la inculcato portandomi in giro con lui a vedere le partite, mi ha dato la forza di continuare a giocare a futsal. Il primo anno, quando mi chiese se volevo continuare a giocare, gli risposi senza esitazione che avrei continuato se fosse rimasto anche lui. E tutto quello che ho fatto in questi anni, non è che merito suo. Anche il ritorno nella Fuente di quest’anno, è stato principalmente per lui: ci conosciamo bene ormai, io so perfettamente cosa vuole da me, come vuole che giochi.»
Inevitabile, poi, parlare con Alberto di questa sua convocazione nel gruppo under 21 di mister Albani, di cui il giovane sgusciante laterale foggiano non ha perso un solo ricordo: «Di quelle chiamate ricordo tutto, dall’arrivo, ai primi allenamenti, al primo saluto e al successivo “ritorno”. E’ davvero un’esperienza indimenticabile. L’emozione più grande? Quando ho visto per la prima volta la maglia azzurra che, da lì a poco, sarebbe finita sulle mie spalle. Il tutto poi, è stato ancora più grande perché mai avrei pensato di poter arrivare fin a quel momento.»
Ma Alberto cosa può dare di suo a questa Fuente? «Noi quest’anno dobbiamo pensare a salvarci, e poi vedere se questa stagione può regalarci anche qualcosa di più “prezioso”. Il gruppo c’è, è compatto, ma siamo molto giovani e dobbiamo ragionare per piccoli passi, partita dopo partita. Di mio, non posso dire di poter portare l’esperienza, perché sono ancora molto giovane. E’ vero, ho fatto diversi anni di serie B e avuto le mie possibilità in maglia azzurra, ma non mi sento arrivato. Alla Fuente posso semplicemente dare un calcettista in più, con tanta voglia di fare bene e giocare per questa maglia, sudando sempre fino all’ultimo secondo.»
UFFICIO STAMPA
FUTSAL FUENTE FOGGIA
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