Rodrigo Rosa: "10 anni indimenticabili"

Giovedì, 20 Novembre 2008

Intervista all’universale carioca in concomitanza con il decennale dal suo arrivo in Italia. In questi giorni ricorre il decennale dal suo arrivo in Italia, ormai la sua seconda casa, nella quale ha saputo coltivare la propria carriera di calciatore, conoscere nuova gente, ma soprattutto regalarsi e regalare ai propri tifosi grandi gioie sportive. Stiamo parlando di Rodrigo Rosa, universale italobrasiliano di Olimpiadi, da quest’anno rientrato a Bisceglie dopo l’anno di esperienza a Città Sant’Angelo. Proprio con Rodrigo, abbiamo cercato di tracciare un bilancio su questi suoi dieci anni nel nostro Paese, con un occhio di riguardo al campionato in corso.

Rodrigo, cominciamo da un primo bilancio di questo tuo ritorno ad Olimpiadi. Dopo un anno all'Acqua e Sapone, che impressione ti ha fatto ritornare a Bisceglie e soprattutto come ti stai trovando?

Senz’altro mi ha fatto molto piacere ritornare. Ho sposato totalmente questo progetto di far crescere Olimpiadi sotto tutti gli aspetti. A Bisceglie mi trovo benissimo, sto coltivando diverse amicizie con molti compagni che già conoscevo e con tanti altri che sto avendo modo di conoscere. In più, nutro anche un profondo sentimento di rispetto ed ammirazione nei confronti della società. Insomma, sto benissimo.

Tanto per te quanto per il resto della squadra, l'avvio di stagione non è stato dei più felici, ma ora entrambi sembrate in crescita. Questo a dimostrazione di come il tuo
rendimento possa parecchio condizionare quello del resto della squadra. Quanto ti pesa tutto questo?

Certamente l’avvio non è stato dei più facili per entrambi. Io ho dovuto fare i conti con alcuni guai fisici, mentre più in generale la squadra ha dovuto patire i diversi infortuni che hanno decimato la rosa a disposizione del mister. Quanto al mio ruolo di leader di questo gruppo, devo dire che non mi pesa affatto, anzi mi fa sentir meglio ed è un incentivo per affrontare ogni partita con maggior carica e determinazione.

Con il tuo ritorno la società ti ha affidato anche altri incarichi prestigiosi, come la guida dell'under 18 e la supervisione del mercato in Brasile. Come procede il lavoro in tal senso?

Si tratta di due incarichi molto importanti, dai quali cominciamo a raccogliere i primi frutti. Quanto all’under 18 stiamo ottenendo ottimi risultati, ma aldilà di questo il fatto che i ragazzi abbiano il piacere di ascoltare i miei consigli è già per me motivo di grande soddisfazione. In Brasile, invece, abbiamo già qualcosa di pronto e stiamo solo valutando, di comune accordo con la società, il momento giusto per far sbarcare da noi alcuni giovani davvero molto interessanti.

In questi giorni per te ricorre un momento significativo: il decennale della tua militanza in Italia come calciatore. Puoi tracciarne un bilancio?

In questo momento posso dire che sono molto contento di tutto quello che ho vissuto qui in questi anni. In Italia ho imparato tanto, anche perchè sono arrivato molto giovane. Come giocatore ho vinto molto, ma senza dubbio ho imparato tante cose sotto il profilo umano che porterò con me per tutta la vitta. Ci tengo a dire un grazie speciale alla mia famiglia: mia mamma Fatima, mio padre Joaquim e mia moglie Yesica, che sono sempre stati disponibili ed ho sempre sentito vicini nonostante le migliaia di chilometri che ci separano.

Per concludere, due stagioni fa sei arrivato a Bisceglie per salvare Olimpiadi, riuscendoci. Lo scorso anno a Città Sant'Angelo partisti con l'obiettivo di salire in A2 ed anche in quel caso ci sei riuscito. Quest'anno?

Sono sicuro che riusciremo a raggiungere l’obiettivo prefissato. Vedo una squadra in evidente crescita, come ha confermato la buona apparizione con il Raiano. Il mister, poi, di questo sport ne capisce moltissimo, quindi da parte nostra dobbiamo solo stare tranquilli e lavorare tanto, perché i risultati cominceranno ad arrivare.

Enrico Aiello
Addetto Stampa Asd Olimpiadi c5

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