Dichiarazioni del presidente Pantone sui “fatti di Mola”

Domenica, 21 Febbraio 2010

Mola, Sabato 20 Febbraio 2010. Alle ore 17.00 circa durante l'intervallo della partita Virtus Mola vs Torre-Pino il presidente Pantone e il dirigente donna Mariantonietta Cirasola venivano aggrediti da un tifoso locale. Schiaffi e calci ad entrambi. Nonostante il clima “surreale” creatosi anche all’interno del Palazzetto e il successivo arrivo dei carabinieri, il match riprendeva regolarmente il suo corso. I biancoazzurri, che avevano chiuso la prima frazione di gara in vantaggio per 1-0, rientravano in campo con uno stato d’animo del tutto non idoneo per quello che era, doveva essere, un match di calcio a 5. Il 4-1 finale, ne è fedele testimone. Presentato preannuncio di reclamo. Sentiti in seguito alcuni dirigenti della Virtus Mola, i quali hanno smentito categoricamente quanto scritto sopra. Per dovere di informazione, quindi, riportiamo di seguito le dichiarazioni integrali del presidente Carmine Pantone, in attesa della risposta della società ospitante.


Alla fine del primo tempo un tifoso della Virtus si avvicinava minaccioso verso la nostra squadra simulando un aggressione nei confronti dei nostri tesserati. Tra una simulazione e l’altra volavano sputi, tutt’altro che simulati. Io e la dirigente Mariantonietta Cirasola, eravamo a poca distanza dal soggetto. Ci siamo avvicinati chiedendogli di darsi una calmata. Anche per evitare che a pagarne le spese fosse poi la Virtus Mola, una società alla quale siamo legati da stima e amicizia. Tuttavia, le parole non servirono a molto, anzi: questa persona si scagliò contro di noi, spingendoci fuori dal Palazzetto. Nel frattempo, giusto precisarlo, nessuno faceva nulla per mantenerlo. A quel punto mi aggrediva, mettendomi ripetutamente le mani in faccia. La dirigente Cirasola decideva di intervenire, comportandosi quasi fosse una body guard, ma non veniva risparmiata: calci anche per lei! Quando il peggio sembrava finito, siamo usciti dal Palazzetto. La persona di cui sopra continuava a seguirci. Mettendosi dinnanzi alla porta d’entrata, poi, continuava a minacciarci intimandoci di non rientrare più. Altra cosa importante da specificare: mentre tutto questo avveniva fuori, dentro al campo la squadra veniva minacciata da un altro gruppo di tifosi. Voglio dire, la persona di cui stiamo parlando è un tipo particolare, conosciuto anche alle forze dell’ordine: ergo, si poteva fare certamente di più per fermarlo. Ok, ma per le minacce dentro al campo ai giocatori? Lo stesso mister della squadra ospitante istigava il pubblico indicando con ripetuti gesti il nostro allenatore. Poi sono arrivate le scuse da parte della società, ma resta il fatto che da quando siamo usciti dagli spogliatoi noi non abbiamo più giocato! Il problema è che se anche nessuno è stato leso “effettivamente” (non ci sono ematomi “importanti”, diciamo così, anche se Mariantonietta è stata male, in preda all’ansia, per più di due ore e credo sia comprensibile) i calcettisti non sono più rientrati in campo con lo stato d’animo giusto! Direi proprio che l’intimidazione, ripeto seppur senza danni, è stata violenta e soprattutto efficace! Io non ho potuto più seguire la squadra. Siamo dovuti rimanere fuori a fare giri con la macchina, per tentare di calmare la dirigente. C’è stata si, una parte del pubblico che nel frattempo aveva preso le nostre difese ma il comportamento di altri invece, non limitato quindi alla singola persona, è assolutamente intollerabile. La squadra di casa ha continuato a minacciare i nostri calcettisti e i nostri dirigenti presenti in campo. Tutto questo non appartiene al calcio a 5. Ed è il motivo che ci ha spinto a presentare ricorso. Il secondo tempo è cominciato in ritardo perché nel frattempo gli arbitri avevano chiamato le forze dell’ordine ma il clima non sarebbe mai potuto tornare alla normalità. Tutto questo ha influito pesantemente sul risultato finale! Nonostante l’amicizia che ci lega alla società Virtus Mola abbiamo deciso di presentare ricorso. Non so quale sarà il verdetto, se la partita sarà ripetuta in campo neutro o a porte chiuse, ma di sicuro noi dovevamo pur fare qualcosa. Non si possono vanificare settimane e mesi di lavoro con questi “stratagemmi”. Non è il futsal!”


Ultima domanda presidente, possiamo parlare in questo caso di Responsabilità oggettiva della società Virtus Mola? “Certamente. La tutela dei calcettisti c’era, ma sugli spalti noi da chi eravamo tutelati? Dovevamo portarci i carabinieri da casa? Loro sapevano cosa poteva succedere, dato che il tizio era ben conosciuto. Non sono riusciti a mettere in atto nulla in forma di sicurezza e questa ingenuità poteva costarci molto cara. In 10 anni non avevo mai subito aggressioni simili…

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