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Un anno di Biancazzurro

Si dice che le storie migliori siano quelle non ancora scritte, e quella del Biancazzurro dello scorso anno ci sembra che valga davvero la pena di essere raccontata. Proviamo allora a scriverla questa storia, sia pure in versione Bignami...
Un buon inizio e poi la crisi. Una storia che inizia il 20 settembre, con la Ferramati che si ritrova davanti al proprio pubblico per l’inizio del campionato. Ad aprile la squadra è stata promossa per la prima volta in B, e al “Salvemini” l’entusiasmo è ancora palpabile. Ma questa atmosfera della serie dove eravamo rimasti viene rovinata da una sconfitta maturata nei minuti finali contro un Manfredonia trascinato nell’occasione dal bomber Castriotta. Poi arriva l’illusione di una facile cavalcata - grazie alle vittorie su Erredi, Imagross, Olimpiadi e Montesilvano - che svanisce dopo tre ko di fila. Bel gioco, freschezza atletica e grinta di certo non abbondano. La goccia che fa traboccare il vaso è la brutta sconfitta nel derby col Martina.
Le dimissioni di Recupero e il mercato di riparazione. La società decide di far qualcosa. Recupero, il mister della promozione in B, pensa che sia meglio farsi da parte. In via Bonghi, del resto, non si fa nulla per trattenerlo. Così la panchina viene affidata a Mittelman che assume il doppio incarico di tecnico e giocatore. Un ruolo complicato, per alcuni. Una scommessa persa in partenza, secondo altri. Nel frattempo il ds Calabria, non più in sintonia con le scelte societarie, leva anche lui le tende. Tornerà a gennaio. Ci sono anche importanti novità sul fronte mercato. L’ennesimo sforzo di Olive e soci porta ai piedi della Selva Fernando Ammirabile e Leomar Padovan, due acquisti di sicuro valore. Con loro arriva anche un promettente under 21, Rafael Rossi. Fanno invece le valigie Alessandrino, Impedovo e Baraldi.
Arriva la maxisqualifica. Lo scossone non riesce però a produrre gli effetti sperati. Anche perché, dopo il colpo esterno di Campobasso e il rocambolesco pareggio casalingo contro il Barletta, giunge la pesantissima e inaspettata decisione del giudice sportivo che squalifica per sei giornate il terreno del “Salvemini” con l’obbligo di giocare a porte chiuse. Una mazzata tremenda nel momento più delicato. Come se non bastasse, qualche settimana più tardi il ricorso del Barletta contro la presenza dell’under 21 Loconte viene accolto e i biancorossi si aggiudicano il match a tavolino. Il regolamento infatti non consente di schierare un giocatore che ha meno di sedici anni senza l’autorizzazione del comitato regionale. Una disattenzione che sa di beffa, visto che Loconte - peraltro mai utilizzato fino a quel momento - sedici anni li compie tre giorni dopo la partita.
L’anno degli infortuni… e dei torti arbitrali. Ai biancazzurri la dea bendata sembra davvero aver voltato le spalle. Questo, infatti, sarà sicuramente ricordato come l’anno degli infortuni. Segundo, afflitto da un problema agli adduttori, non riesce a esprimersi come il suo talento gli consentirebbe di fare. A Foletto viene presto diagnosticata un’infiammazione al tendine rotuleo. Il pivot paga a caro prezzo il fatto di aver saltato la preparazione, e ai primi di gennaio si sottopone in Brasile ad un intervento di pulizia del ginocchio destro. Alla fine giocherà pochissimo. Betinho accusa un fastidio crescente nella zona addominale che costringe il tecnico a impiegare anche lui col contagocce. La prima conseguenza è l’eliminazione dalla coppa Italia che arriva per mano del Catanzaro prima che la società calabrese non venga colpita da una pesante crisi economica che spingerà i dirigenti nel giro di qualche settimana a ritirare la squadra. Dopo aver vinto in rimonta al “Salvemini” per 4-3, nel match di ritorno al PalaGallo i biancazzurri, seppur decimati, riescono a tener testa alla forte compagine giallorossa anche se alla fine sono costretti ad arrendersi. La gara termina infatti 5-3 per i padroni di casa che quindi si qualificano al turno successivo. La maledizione degli infortuni si abbatte dopo sui nuovi arrivati. Padovan si fa male al piede nella gara contro il Raiano. Il tormento di Ammirabile per buona parte della stagione si chiama invece pubalgia. E poi Edson, Detomaso, Dalena. A peggiorare ulteriormente le cose arriva anche una serie di arbitraggi non proprio impeccabili che spingono la società a intervenire con un comunicato nel quale chiede ai direttori di gara una maggiore attenzione.
Il ritorno di Recupero e la rinascita. In queste condizioni la squadra - nonostante adesso sul piano atletico sembri trasformata rispetto a qualche mese prima - non riesce a trovare continuità di gioco né di risultati, e la classifica inizia a diventare preoccupante. Il bilancio del dopo-Recupero, del resto, parla chiaro: solo sette punti in nove gare. Così, dopo il pareggio sul neutro di Ruvo nello scontro diretto contro il Bisceglie, la dirigenza ci ripensa e richiama il tecnico polignanese. Troppo importante, a questi livelli, la presenza di un allenatore di “professione” che sieda in panchina e sia quindi in grado di leggere la partita coi giusti tempi. I primi segnali di riscossa non si fanno attendere. I biancazzurri prima sbancano Montesilvano rifilando quindici gol alla formazione guidata da Mario Patriarca; poi sul parquet del PalaColombo concedono il bis contro il Loreto Aprutino, vale a dire la terza forza del campionato in piena lotta per un posto nei play off. «Come fate a occupare quella posizione di classifica?», si sentono chiedere puntualmente giocatori e staff dai colleghi delle altre squadre. Il dubbio finisce per assillare anche la capolista Csg quando una Ferramati falcidiata dagli infortuni si presenta al Palafive e sfodera una grande prova d’orgoglio, col risultato che rimane in bilico fino a pochi secondi dalla fine. Dopo la sconfitta contro i rossoblu, i biancazzurri salutano l’esilio di Ruvo con altre due vittorie. La prima, schiacciante, ai danni di un Martina imbottito di seconde linee e praticamente già salvo. La seconda, sofferta, su un Campobasso ormai con un piede e mezzo in serie C ma deciso a onorare il campionato fino in fondo.
La sconfitta di Barletta e la morte di Nicola. Mai abbassare la guardia prima che i giochi siano finiti. A Barletta però la Ferramati non scende in campo, come direbbe Velasco, con gli occhi della tigre. I padroni di casa invece sì, e il match alla fine se lo aggiudicano loro. Una sconfitta che fa davvero male, perché Olimpiadi espugna il terreno della Virtus - grazie a un gol segnato a una manciata di secondi dalla sirena - e si porta di nuovo a -2. A questo punto non si può più sbagliare. Recupero non vuole gettare alle ortiche quanto di buono fatto fino a quel momento e chiama di nuovo a raccolta i suoi. La squadra, finalmente sostenuta dal proprio pubblico dopo quattro mesi lontano dal “Salvemini”, risponde nel migliore dei modi rifilando sette gol al Real Toco. Ma la tragedia incombe. Nella notte tra sabato e domenica, Nicola Marsiglia - un ragazzo delle giovanili della Ferramati - viene investito da un’auto guidata da un giovane sotto effetto di alcol. Le sue condizioni appaiono subito molto gravi. Soccorso e trasportato al “Perrino”, muore prima di arrivare in ospedale. La notizia getta nel dolore l’intera comunità. Ci saranno centinaia di persone il giorno dopo a dargli l’ultimo saluto.
La grande prova di Pescara che vale la salvezza. In questo clima di rabbia mista a rassegnazione capitan Segundo e compagni preparano la difficilissima trasferta di Pescara. Con la vittoria a sorpresa del Bisceglie sul campo della capolista, infatti, i tre punti conquistati nel turno precedente si sono rivelati quasi un buco nell’acqua. Battere la Mega Immobiliare vorrebbe dire salvezza matematica. Gli abruzzesi hanno gli stessi punti dei biancazzurri, dunque anche per loro è indispensabile fare bottino pieno. Presto però ci si accorge che negli uomini di Recupero il cuore c’è e la corsa pure, oltre a quel pizzico di fortuna che nell’arco della stagione è mancato troppe volte. La Ferramati domina dall’inizio alla fine grazie a una splendida prova di tutta la squadra, costringendo i padroni di casa a rimandare l’appuntamento con la salvezza all’ultima di campionato. Facile immaginare che si respiri un’aria strana al “Salvemini” per la passerella di fine stagione. Non c’è però solo il ricordo di Nicola. Raiano è infatti uno dei tanti centri della provincia dell'Aquila che qualche giorno prima sono stati colpiti dal terremoto. In questa atmosfera i biancazzurri intendono comunque onorare l’impegno. Il primo è certamente Recupero. Il tecnico polignanese sa che non verrà riconfermato e naturalmente vuole terminare la sua avventura sulla panchina della Ferramati nel migliore dei modi. Finisce 7-2 per il Biancazzurro che, guardando la classifica, è quinto. Chissà cosa sarebbe successo se non si fossero persi tutti quei punti per strada.
www.biancazzurrofasano.it
Un buon inizio e poi la crisi. Una storia che inizia il 20 settembre, con la Ferramati che si ritrova davanti al proprio pubblico per l’inizio del campionato. Ad aprile la squadra è stata promossa per la prima volta in B, e al “Salvemini” l’entusiasmo è ancora palpabile. Ma questa atmosfera della serie dove eravamo rimasti viene rovinata da una sconfitta maturata nei minuti finali contro un Manfredonia trascinato nell’occasione dal bomber Castriotta. Poi arriva l’illusione di una facile cavalcata - grazie alle vittorie su Erredi, Imagross, Olimpiadi e Montesilvano - che svanisce dopo tre ko di fila. Bel gioco, freschezza atletica e grinta di certo non abbondano. La goccia che fa traboccare il vaso è la brutta sconfitta nel derby col Martina.
Le dimissioni di Recupero e il mercato di riparazione. La società decide di far qualcosa. Recupero, il mister della promozione in B, pensa che sia meglio farsi da parte. In via Bonghi, del resto, non si fa nulla per trattenerlo. Così la panchina viene affidata a Mittelman che assume il doppio incarico di tecnico e giocatore. Un ruolo complicato, per alcuni. Una scommessa persa in partenza, secondo altri. Nel frattempo il ds Calabria, non più in sintonia con le scelte societarie, leva anche lui le tende. Tornerà a gennaio. Ci sono anche importanti novità sul fronte mercato. L’ennesimo sforzo di Olive e soci porta ai piedi della Selva Fernando Ammirabile e Leomar Padovan, due acquisti di sicuro valore. Con loro arriva anche un promettente under 21, Rafael Rossi. Fanno invece le valigie Alessandrino, Impedovo e Baraldi.
Arriva la maxisqualifica. Lo scossone non riesce però a produrre gli effetti sperati. Anche perché, dopo il colpo esterno di Campobasso e il rocambolesco pareggio casalingo contro il Barletta, giunge la pesantissima e inaspettata decisione del giudice sportivo che squalifica per sei giornate il terreno del “Salvemini” con l’obbligo di giocare a porte chiuse. Una mazzata tremenda nel momento più delicato. Come se non bastasse, qualche settimana più tardi il ricorso del Barletta contro la presenza dell’under 21 Loconte viene accolto e i biancorossi si aggiudicano il match a tavolino. Il regolamento infatti non consente di schierare un giocatore che ha meno di sedici anni senza l’autorizzazione del comitato regionale. Una disattenzione che sa di beffa, visto che Loconte - peraltro mai utilizzato fino a quel momento - sedici anni li compie tre giorni dopo la partita.
L’anno degli infortuni… e dei torti arbitrali. Ai biancazzurri la dea bendata sembra davvero aver voltato le spalle. Questo, infatti, sarà sicuramente ricordato come l’anno degli infortuni. Segundo, afflitto da un problema agli adduttori, non riesce a esprimersi come il suo talento gli consentirebbe di fare. A Foletto viene presto diagnosticata un’infiammazione al tendine rotuleo. Il pivot paga a caro prezzo il fatto di aver saltato la preparazione, e ai primi di gennaio si sottopone in Brasile ad un intervento di pulizia del ginocchio destro. Alla fine giocherà pochissimo. Betinho accusa un fastidio crescente nella zona addominale che costringe il tecnico a impiegare anche lui col contagocce. La prima conseguenza è l’eliminazione dalla coppa Italia che arriva per mano del Catanzaro prima che la società calabrese non venga colpita da una pesante crisi economica che spingerà i dirigenti nel giro di qualche settimana a ritirare la squadra. Dopo aver vinto in rimonta al “Salvemini” per 4-3, nel match di ritorno al PalaGallo i biancazzurri, seppur decimati, riescono a tener testa alla forte compagine giallorossa anche se alla fine sono costretti ad arrendersi. La gara termina infatti 5-3 per i padroni di casa che quindi si qualificano al turno successivo. La maledizione degli infortuni si abbatte dopo sui nuovi arrivati. Padovan si fa male al piede nella gara contro il Raiano. Il tormento di Ammirabile per buona parte della stagione si chiama invece pubalgia. E poi Edson, Detomaso, Dalena. A peggiorare ulteriormente le cose arriva anche una serie di arbitraggi non proprio impeccabili che spingono la società a intervenire con un comunicato nel quale chiede ai direttori di gara una maggiore attenzione.
Il ritorno di Recupero e la rinascita. In queste condizioni la squadra - nonostante adesso sul piano atletico sembri trasformata rispetto a qualche mese prima - non riesce a trovare continuità di gioco né di risultati, e la classifica inizia a diventare preoccupante. Il bilancio del dopo-Recupero, del resto, parla chiaro: solo sette punti in nove gare. Così, dopo il pareggio sul neutro di Ruvo nello scontro diretto contro il Bisceglie, la dirigenza ci ripensa e richiama il tecnico polignanese. Troppo importante, a questi livelli, la presenza di un allenatore di “professione” che sieda in panchina e sia quindi in grado di leggere la partita coi giusti tempi. I primi segnali di riscossa non si fanno attendere. I biancazzurri prima sbancano Montesilvano rifilando quindici gol alla formazione guidata da Mario Patriarca; poi sul parquet del PalaColombo concedono il bis contro il Loreto Aprutino, vale a dire la terza forza del campionato in piena lotta per un posto nei play off. «Come fate a occupare quella posizione di classifica?», si sentono chiedere puntualmente giocatori e staff dai colleghi delle altre squadre. Il dubbio finisce per assillare anche la capolista Csg quando una Ferramati falcidiata dagli infortuni si presenta al Palafive e sfodera una grande prova d’orgoglio, col risultato che rimane in bilico fino a pochi secondi dalla fine. Dopo la sconfitta contro i rossoblu, i biancazzurri salutano l’esilio di Ruvo con altre due vittorie. La prima, schiacciante, ai danni di un Martina imbottito di seconde linee e praticamente già salvo. La seconda, sofferta, su un Campobasso ormai con un piede e mezzo in serie C ma deciso a onorare il campionato fino in fondo.
La sconfitta di Barletta e la morte di Nicola. Mai abbassare la guardia prima che i giochi siano finiti. A Barletta però la Ferramati non scende in campo, come direbbe Velasco, con gli occhi della tigre. I padroni di casa invece sì, e il match alla fine se lo aggiudicano loro. Una sconfitta che fa davvero male, perché Olimpiadi espugna il terreno della Virtus - grazie a un gol segnato a una manciata di secondi dalla sirena - e si porta di nuovo a -2. A questo punto non si può più sbagliare. Recupero non vuole gettare alle ortiche quanto di buono fatto fino a quel momento e chiama di nuovo a raccolta i suoi. La squadra, finalmente sostenuta dal proprio pubblico dopo quattro mesi lontano dal “Salvemini”, risponde nel migliore dei modi rifilando sette gol al Real Toco. Ma la tragedia incombe. Nella notte tra sabato e domenica, Nicola Marsiglia - un ragazzo delle giovanili della Ferramati - viene investito da un’auto guidata da un giovane sotto effetto di alcol. Le sue condizioni appaiono subito molto gravi. Soccorso e trasportato al “Perrino”, muore prima di arrivare in ospedale. La notizia getta nel dolore l’intera comunità. Ci saranno centinaia di persone il giorno dopo a dargli l’ultimo saluto.
La grande prova di Pescara che vale la salvezza. In questo clima di rabbia mista a rassegnazione capitan Segundo e compagni preparano la difficilissima trasferta di Pescara. Con la vittoria a sorpresa del Bisceglie sul campo della capolista, infatti, i tre punti conquistati nel turno precedente si sono rivelati quasi un buco nell’acqua. Battere la Mega Immobiliare vorrebbe dire salvezza matematica. Gli abruzzesi hanno gli stessi punti dei biancazzurri, dunque anche per loro è indispensabile fare bottino pieno. Presto però ci si accorge che negli uomini di Recupero il cuore c’è e la corsa pure, oltre a quel pizzico di fortuna che nell’arco della stagione è mancato troppe volte. La Ferramati domina dall’inizio alla fine grazie a una splendida prova di tutta la squadra, costringendo i padroni di casa a rimandare l’appuntamento con la salvezza all’ultima di campionato. Facile immaginare che si respiri un’aria strana al “Salvemini” per la passerella di fine stagione. Non c’è però solo il ricordo di Nicola. Raiano è infatti uno dei tanti centri della provincia dell'Aquila che qualche giorno prima sono stati colpiti dal terremoto. In questa atmosfera i biancazzurri intendono comunque onorare l’impegno. Il primo è certamente Recupero. Il tecnico polignanese sa che non verrà riconfermato e naturalmente vuole terminare la sua avventura sulla panchina della Ferramati nel migliore dei modi. Finisce 7-2 per il Biancazzurro che, guardando la classifica, è quinto. Chissà cosa sarebbe successo se non si fossero persi tutti quei punti per strada.
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